Il pallore dell’alba imprigiona la nebbia dello Stretto di Messina e l’artista, turbato dalla ricerca incessante del
luogo divino, sfiora e accarezza con il palmo della mano, le foschie dell’oblio per approdare a un’infattibile
fortezza del futuro. È l’esperienza iniziatica di Teseo nel labirinto di Creta che corrisponde alla ricerca delle
mele d’oro del Giardino delle Esperidi o del Vello d’Oro.
Nel refolo della notte, prima di approdare in sospesi litorali, il poeta, il pittore, lo scultore o l’architetto
camminano sulle rovine del silenzio. Flagellanti solitudini annunciano, nei traguardi dell’esistenza, l’identità
creativa lasciata come cauzione al destino. Tutto accade nell’energica freschezza di una passeggiata in
totale libertà fisica e mentale, lontana da qualsiasi discriminazione estetica. In questi snodati e folli meandri
del pensiero, vagano sentieri aperti che aprono le geometrie sulla tela. La lenta costruzione di un percorso
visivo, dove tutto è possibile grazie all’azzeramento dell’alto e del basso, del dentro e del fuori, evoca il
principio di libertà assoluta.
Dalle 35 tele esposte a Vertigoarte, emergono cubi colorati e simmetrie dialogate che sfrecciano oltre
l’azzardo. Sorgono segmenti tesi e passaggi cosmici pronti a elevarsi dalla terra e dal mare per raggiungere
inaspettati o impossibili traguardi. La legge dei pesi amalgama cerchio e quadrato, bidimensionalità e
tridimensionalità in un’unica energia dominante. Sono sistemi post-urbani, ipotetici linguaggi planimetrici.
L’osservatore del dipinto deve salire gli scalini, camminare e vagare sulla piazza per penetrare dall’alto
l’essere poetico di Vincenzo Spano’.
Tutto è folle bagliore sopra il memorabile caos, principio della chiarezza universale.
Data e Ora
14/10/2017 / Tutto il giorno
Luogo
Vertigoarte