Studio la Città inaugura mercoledì 11 ottobre 2018, alla vigilia della 14° edizione di ArtVerona, la mostra del fotografo Vincenzo Castella, dal titolo: Trame senza fissa dimora.
Chi conosce l’artista per i suoi noti lavori sui paesaggi urbani, rimarrà invece stupito da questo allestimento in cui non sarà la Città a farla da protagonista, bensì la Natura, che Castella indaga attraverso una nuova serie di color-print e un video: Studio Eine Phantastik, creato a due canali da negativo originale.
Così l’artista descrive in poche righe l’idea che sta alla base di questa mostra: in qualche modo lo spirito del lavoro è quello di guardare, riflettere su alcuni momenti di rappresentazione del mondo vegetale e e delle presenze Botaniche nella storia dell’Arte, e osservare i vari momenti in cui l’immagine si forma non concentrando l’attenzione esclusivamente sulla forma finale del lavoro. Il pensiero del mondo della “Natura” come attenzione collettiva e culturale e non come operazione individuale salvifica e privilegiata di compensazione alle carenze politiche ed ideologiche.
La serie di fotografie che Castella presenta a Studio la Città, tutte datate 2018, ben racconta l’approccio dell’artista nei confronti del paesaggio: che sia esso quello manipolato dall’uomo con calcestruzzo e mattoni, o quello selvaggio della Natura incontaminata, ciò che sicuramente rifiuta l’artista è la caccia fotografica all’immagine, alla foto bella, alla foto unica.
La sua visione è molto diversa rispetto a quella dei fotografi documentaristi che utilizzano la fotografia come strumento di rappresentazione della Natura. Per Castella il fulcro sta nel restituire all’occhio una vera e propria “visione” laterale di ciò che ci circonda, perché lo sguardo di per sé non vede, anzi, per dirla con l’artista, la visione è ben altra cosa rispetto al saper guardare.
Nelle fotografie di Vincenzo Castella nulla è lasciato al caso e molte sono le relazioni che l’artista crea pensando allo scatto: dalla letteratura, al cinema, alla Storia dell’Arte, alla musica, fino alle proprie esperienze personali: tutto è utile alla costruzione dell’opera e indica una direzione all’osservatore, spesso ribaltando l’iconografia, i preconcetti e i pregiudizi sul paesaggio e sulla visione di per sé stessa. Questo secondo Castella é il lavoro politico più importante che si possa fare.
Data e Ora
11/10/2018 / 18:00 - 20:30
Luogo
Studio la Città