L’esposizione presenta lavori recenti dell’artista riguardanti il mondo animale e naturale quali boschi, canali veneziani, architetture, piazze e porticati urbani, con percorsi legati alle sequenze matematiche in relazione allo spazio e al tempo, vortici ed orologi simbolici, nonché nuovi bronzi e le ultimissime produzioni scultoree in pietra e marmo. Oltre a dipinti, opere specchianti e rasi, dell’artista sono esposti lavori realizzati anche in collaborazione con altri artisti di provenienze e culture diverse. L’artista ha studio a Venezia ed a Mirano dove ha realizzato anche opere di grande formato.
La particolarità del suo lavoro risiede nella texture alfa-numerica legata alla ghematrià (“gimatreya”), e alla kabbalah (“ricezione”) che studia meticolosamente prima della stesura sulla superficie dell’opera. In relazione al pensiero del kabbalista di Safed: Itzachq Luria, propone un percorso etico-filosofico, al contempo antichissimo e contemporaneo, per una nuova lettura in chiave etica dell’agire nel mondo in cui viviamo. In ogni opera sviluppa un percorso simbolico a rebus costruito su piani di lettura diversi attraverso la ghematrià, criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall’antichità nell’alfabeto ebraico, secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica. Egli ricrea i luoghi del reale servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione delle 22 lettere che compongono l’alfabeto ebraico, che hanno appunto un significato etico, spirituale e numerologico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale. Nei suoi lavori si evidenzia un recupero dei valori legati alla bellezza e al rispetto dell’ambiente, ma anche della storia e di tutto ciò che l’uomo ha prodotto come risultato di conoscenze e saperi. Nel suo atelier elabora tutto ciò: crea le sue opere, elucubra teorie ed effettua sempre nuove scoperte. Qui infatti è nata la Congettura di Ravà sulla sequenza di Fibonacci, in particolare la sottosequenza con la ripetizione dei 24 numeri, riscontrata con la riduzione teosofica dei numeri della sequenza e divenuta quindi teorema essendo stata provata e risultata vera, e così anche un’altra sua recentissima scoperta che riguarda i numeri primi “corollario di un teorema già noto: il teorema sulla divisibilità di un numero per 9 o più genericamente per la cifra predecessore della base numerica in cui il numero è espresso” (Federico Giudiceandrea). Ravà continua a lavorare sulle corrispondenze tra cifre e parole, tra i valori numerici presenti nella sequenza del matematico pisano ed i concetti base della kabbalah (tradizione mistica del pensiero ebraico) per donare alla storia, alla società e al mondo intero qualcosa che rimarrà per sempre.
Tobia Ravà artista veneziano, di cui ricorre quest’anno il sessantesimo anno di età, espone dal 1977 in mostre personali e collettive di livello internazionale in Italia e all’estero ed è oggi presente in importanti collezioni e musei. L’artista è spesso invitato a tenere conferenze e ad esporre in contesti matematico-scientifici quali il Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, di cui si ricorda “Sulle spalle dei giganti. Il mistero del numero: scienza o follia?” (3 giugno 2004) ed “Elementi dialettici di calcolo trascendentale, la ghematrià tra matematica arte e lingua, il valore numerico delle parole” Università di Roma Tor Vergata (21 maggio 2019). Quest’anno è stato invitato da Piergiorgio Odifreddi a partecipare alla mostra “La poesia dei numeri primi”, a Palazzo Acito di Matera in occasione dell’elezione della città a Capitale Europea della Cultura. www.tobiarava.com.
La mostra curata da Maria Luisa Trevisan, docente di storia dell’arte, critico e curatore di mostre d’arte contemporanea, è corredata di un pregevole catalogo cartonato sponsorizzato dalle gallerie L’Occhio e Sis’Art e stampato dalle Grafiche Turato di Rubano (PD), illustrato con immagini di alcune opere recenti sia pittoriche che scultoree realizzate in bronzo, terracotta, resina e marmo, ma anche lightbox retroilluminati, opere su raso a sublimazione, opere su alluminio specchiante a catalizzazione, nonché di una piccola antologica grafica.
Alla realizzazione della mostra collaborano anche la Fondazione Pierre Du Bois di Losanna, le gallerie L’Occhio e Sist’Art di Venezia.
INFORMAZIONI
Titolo della mostra: Tobia Ravà, ALGORITMI TRASCENDENTALI
Curatrice: Maria Luisa Trevisan
Organizzazione: Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia in collaborazione con PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea di Mirano
Luogo: Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa
Galleria di Piazza San Marco 71/c
Inaugurazione: domenica 4 agosto alle 18.00
Periodo espositivo: dal 4 agosto al 15 settembre 2019
Orario: dalle 11.00 alle 18.00, chiuso tutti i martedì ed il 5, 12 e 19 agosto
Patrocini: Fondazione Matera Basilicata 2019 Open Furture, Kangourou della Matematica – Università Statale di Milano , Fondazione Pierre Du Bois di Losanna.
Contatti
Fondazione Bevilacqua La Masa
tel: 0415207797
e-mail: press@bevilacqualamasa.it
www.bevilacqualamasa.it
PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea
Via Miranese 42, 30035 Mirano (VE)
tel./fax: 041/5728366 – cell. 349 1240891
e-mail: artepardes@gmail.com
www.artepardes.org
Data e Ora
04/08/2019 / 18:00 - 21:00
Luogo
Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa