La Terapeutica Artistica nasce a Brera, nell’anno accademico 2004-05 , da un progetto di Tiziana Tacconi e Laura Tonani e dalla comune volontà di costruire un nuovo territorio di ricerca e di approfondimento dell’arte. Prendersi cura di se stessi è la traduzione del termine “terapeutica”. Prendersi cura di se con l’arte è il progetto che il Biennio di Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Brera-MI, ha attuato dal 2004-05 nei laboratori condotti dalla Prof.ssa Tiziana Tacconi e dalla Prof.ssa Laura Tonani situati nelle diverse istituzioni socio-sanitari. “L’Arte è Terapeutica se viene condotta con metodo”- sostiene la prof.ssa Tiziana Tacconi- “Possiamo sostenere che la pratica dell’arte è terapeutica per tutti gli artisti dalla notte dei tempi, ma educare all’arte condivisa non è da sempre ma quello che l’Arte Terapeutica applica in questi anni. L’assunto di partenza è che l’Arte sia parte costitutiva dell’uomo e la “condivisione” la possibilità di creare Opere.
Solo recuperando la dimensione del “ piacere” l’arte può entrare in rapporto con i mali che affliggono l’esistenza. Possiamo dare un ruolo terapeutico all’arte rinunciando al narcisistico individualismo che ha reso l’arte chiusa in se stessa a favore della condivisione nel fare Arte. L’uomo ha bisogno di un’arte da cui apprendere come deve vivere. Da qui parte l’esigenza di creare una funzione terapeutica di condivisione con l’arte . La pratica è dunque un’interrogazione sul mondo, su noi stessi e sulla possibilità di dar vita ai nostri valori alle nostre espressioni e trasformazioni. Il senso della vita consiste nella ricerca di se stessi, viviamo per scoprire chi siamo. Il Sé è la direzione della vita cosciente e ogni prova della vita è un atto trasformativo e attraverso questa possibilità troviamo nell’arte la nostra forma”
“L’opera condivisa” è la modalità di fare Arte Terapeutica che prevede l’attuazione di laboratori artistici di espressione individuale e collettiva che coinvolge tutti i componenti alla realizzazione dell’opera. È un’operazione che chiede a chi opera nei contesti sociali non solo di uscire dalle certezze culturali ma anche di aprirsi al rischio e all’imprevisto, offrendo in prima persona una misura, un modo possibile. Comunicare e condividere risorse e potenzialità individuali, creare le condizioni perché i processi di partecipazione rendano praticabile un’esperienza comune e un’opera condivisa, significa essere strumento e dare strumenti per costruire un progetto di possibile cambiamento al presente. Questo percorso di conoscenza trova nell’arte il suo campo elettivo e passa attraverso il riconoscimento dell’artista terapista.
L’artista terapista, infatti dialoga con l’altro grazie al linguaggio dell’arte, assumendo un ruolo maieutico, utilizzando le proprie qualità empatiche, modellandosi così nei vari contesti e con la capacità creativa. Senza mai perdere di vista la qualità estetica del lavoro, gli artisti terapisti, nostri studenti si preparano, grazie al progetto formativo riccamente strutturato, ad affinare gli strumenti dell’arte e a porli come linguaggio sul piano relazionale, esercitando un ruolo maieutico nei confronti delle potenzialità espressive dell’altro, creando così l’apertura tra il mondo interiore e la realtà corale dell’opera condivisa. La nostra scommessa è quella di contribuire alla costruzione di un progetto d’integrazione tra due sguardi, quello psichico e quello artistico, aventi come finalità la comprensione dell’individuo colto nella sua dimensione antropologica esistenziale e di conseguenza una nuova, reale prospettiva dell’arte.
Data e Ora
11/06/2016 / 17:00 - 21:00
Luogo
Fondazione San Domenico