Il 22 giugno sarà inaugurata nella sala “le carceri” di Castel dell’Ovo, la mostra “Segnalati” a cura di Salvatore Russo. La mostra, attiva sino a venerdì 24, vede coinvolti 65 Artisti provenienti da tutto il mondo. Tra di questi anche l’artista internazionale Alina Ditot con la sua “Croce di Ditot”, già esposta dal 9 al 12 giugno alla Triennale dell’Arte contemporanea di Verona ed apprezzata da personalità di spicco come Vittorio Sgarbi e Luca Beatrice.
“La mostra nasce dall’esigenza di favorire e promuovere quegli Artisti che non hanno ancora ottenuto il riconoscimento che meritano. Da qui l’idea di creare una esposizione internazionale che potesse racchiudere al suo interno tutte quelle bellissime realtà che hanno realmente qualcosa da dire; e lo fanno attraverso la sperimentazione, l’indagine e la continua ricerca. Quelle realtà astratte, informali, gurative e concettuali che ho avuto il piacere, nonché la fortuna, di incontrare sul mio cammino.”
Così il curatore Salvatore Russo racconta l’idea che ha scaturito l’organizzazione della mostra.
Alina Ditot è un’artista che indaga il mondo, con i suoi malesseri, che abilmente trasforma in memoria storica. Ditot trasforma la tela in un vero campo di battaglia, sul quale ognuno di noi combatte la sua guerra. La tela viene strappata, devastata, bruciata e legata. Una ricerca che la pone in collezioni contem- poranee molto prestigiose.
La “Croce di Ditot” è un’opera dal forte tratto simbolico. Già al primo impatto manifesta il suo conte- nuto di denuncia e al contempo di rimembranza storico-sociale.
La croce come metafora di rinascita. Una croce, realizzata con materiali grezzi e freddi come la lamina di alluminio e stretta da li metallici cui si alternano smalti dai toni forti (come il rosso sangue).
Un monumento commemorativo a testimoniare le tragedie dei migranti morti in mare (in una location baciata dal mare) e che riporta l’Arte al nobile ruolo di sensibilizzatrice della coscienza collettiva.
L’opera, strappata, devastata, bruciata e legata è un vero e proprio campo di battaglia di un’ unica guerra che non sembra aver mai ne.
Ma la Croce diviene mezzo di riscatto e quindi simbolo di rinascita e speranza.
L’artista porta in mostra anche un’altra opera innovativa e in linea con la sua innata propensio- ne alla sperimentazione. Si tratta di una seduta in ferro visarm con cromature verdi acide. La struttura e le forme sono volutamente molto semplici e schematiche in modo da valorizzare al 100% il pianale retrostampato. E’ infatti l’opera applicata sul pianale della seduta il fattore che sconvolge tutti gli schemi, insinua e mette disordine, caos, conferisce un senso di disorienta- mento per via del forte contrasto cromatico con la struttura.
L’opera è frutto della collaborazione di Alina Ditot con la giovane startup Magma Company Srls che ha intrapreso insieme ai suoi artisti un percorso impervio ma allo stesso tempo affasci- nante ed innovativo, ovvero:
Promuovere e favorire l’arte in tutte le sue sfaccettature per renderla fruibile e accessibile a tutti, in ogni aspetto della vita quotidiana.
L’Arte che dà signi cato alla materia, un nuovo modo di concepire l’arte come rapporto umano e tangibile dove il pubblico trova riscontro immediato nella sensibilità dell’artista.
Data e Ora
22/06/2016 / 18:00 - 21:00
Luogo
Aala “le carceri”