ll progetto artistico proposto da Camera 237 in collaborazione con Manifest si struttura in un intervento performativo costruito attorno al rapporto tra il passato e il presente, lo scorrere del tempo che scandisce le nostre azioni e racconta la nostra storia attraverso l’utilizzo dei libri come strumento cardine e punto di partenza essenziale. Una performance ritmata e cadenzata dalla lettura in cui “tutto scorre e tutto fugge e nulla permane”, dove anche il tempo si riduce ad una semplice convenzione costruita dall’uomo. Un dialogo forte e nello stesso tempo fragile pronto ad esplodere; i protagonisti che vivono la scena diventano ordigni pronti a deflagrare conoscenza. La memoria collettiva si disegna attraverso il linguaggio e la parola che accomuna, diventa condivisione, percezione che assume diverse sfaccettature. Il libro diventa quella chiave di collegamento recuperata tra il nostro quotidiano sempre più industrializzato e meccanico, e la nostra identità e il nostro passato, racchiuso in quelle parole apparentemente dimenticate dalla società in cui viviamo. Un percorso articolato in diversi momenti, gesti concreti e visibili carichi di un forte valore concettuale, capace di raccontare questo rapporto mai interrotto tra la magia del libro e la fantasia del lettore, tra la capacità della memoria e l’idea dell’assenza di quell’identità che genera paura ed omologazione. L’installazione ambientale è articolata in una scena domestica. Una realtà quotidiana dove poltrone e tavolini vivono immersi nei libri. Sarà questo l’habitat con cui gli artisti e chi vorrà partecipare dovrà interagire per la durata massima di 12 ore. I libri diventano i protagonisti; il tempo scandito da un countdown in un televisore il legame, il vincolo di una modernità che scorre e consuma e genera inquietudine. Ciò avverrà fisicamente mediante delle strutture in filo e tubi che collegheranno l’intera scena e tutti gli elementi che compongono lo spazio della performance. Una gabbia, una fusione di elementi che blocca la scena e la rende surreale. Il rapporto presente-passato viene così annullato, tutto diventa sospeso in una nuova dimensione contemporanea figlia di un consumismo che lega tutti e annulla i sentimenti ed i rapporti personali. Una postazione affidata al collettivo Manifest registrerà i partecipanti affidando loro un libro da utilizzare durate la performance. Un gesto semplice, ma carico di un significato profondo. Lo spettatore diventa coprotagonista di questa ricerca, ricevendo il compito di custodire e tramandare un frammento di memoria. Una condivisione silenziosa ma sentita, dove i partecipanti lottano per conquistare la propria identità e la propria dignità in questo corpo elettronico dal sapore primordiale dominato dalla paura. La voce diventa segno permanente di una contesa irriverente tra il tempo che si esprime e si consuma attraverso i cambiamenti, e quella volontà di ritornare, di ripresentarsi “nudi” e “puri”. Una progetto che rimescola volontà e fatalità. Paura e memoria. Identità collettiva e concezione di se stessi. Una performance generata dalle unicità dei partecipanti, dalle loro follie, dalle loro tensioni, di cui si conosce il punto di partenza e il tempo di arrivo. All’ignoto, alle nostre capacità la complicità della conquista e della scoperta del tempo che ci resta, che supera le parole e il valore di ogni gesto. Diventa tregua oppure inferno.
Data e Ora
12/05/2017 / 10:00 - 18:00
Luogo
Corso Giovanni Nicotera, Lamezia Terme