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Remo Salvadori, Nel punto immobile del mondo rotante

Inaugura sabato 18 giugno, a partire dalle ore 17.00, Nel punto immobile del mondo rotante, un progetto che include più interventi di Remo Salvadori nella chiesa di San Giacomo a Forlì, e che intreccia un dialogo tra la grande mostra Piero della Francesca – Indagine su un mito in corso ai Musei San Domenico e un artista italiano attivo nel nostro tempo, suggerendo la possibilità che la luce di Piero si estenda oltre i confini temporali in cui si inscrive la mostra, dunque anche nel presente.

L’identità dell’arte italiana attuale, infatti, è certamente rintracciabile anche in un legame con il Rinascimento non tanto per via di rimandi diretti o citazioni, ma come inevitabile sopravvivenza di una dimensione neoplatonica e geometrizzante, metafisica, una linea che attraversa tutto il Novecento e arriva ad alcune delle ricerche più attuali.

La scelta per questo appuntamento ricade dunque su Remo Salvadori, uno dei maggiori artisti italiani della sua generazione, una figura emersa nel panorama dell’arte a cavallo tra anni Settanta e Ottanta e che, proprio negli anni Ottanta, ha sviluppato un linguaggio legato alla scultura, all’installazione e a interventi site-specific in controtendenza con il diffuso ritorno alla pittura di quel decennio; un lavoro che, riletto a posteriori, funge da collante tra l’esperienza dell’Arte Povera e le poetiche degli artisti delle generazioni successive.

L’intervento, da leggersi come il primo di un’ipotetica serie a cadenza annuale, mira anche a ridefinire una delle possibili funzioni della chiesa di San Giacomo come spazio per l’arte contemporanea, con una serie di opere che siano in grado di ri-orientare gli sguardi dei visitatori sul luogo ospitante.

Nel corso degli ultimi giorni di apertura della mostra di Piero della Francesca il pubblico potrà così passare dalle sale del San Domenico allo spazio del San Giacomo e incontrare il lavoro di Salvadori. Qui, l’artista comunica una pratica e un’esperienza dell’opera come rapporto attivo con lo spazio architettonico in grado di proiettare lo sguardo e le riflessioni sul presente e sul futuro dell’arte.

Nel punto immobile del mondo rotante non è una mostra. È piuttosto un dialogo prolungato tra l’artista e l’architettura del San Giacomo – che si dispiegherà da giugno fino a settembre 2016 –, una lunga frequentazione tra il corpo dell’opera e quello dell’edificio ospitante, dove troveranno luogo lavori emblematici della poetica di Salvadori.

È proprio un’idea di vitalità dell’opera, dell’opera come luogo attorno a cui si addensa un’energia e si vive un’esperienza, uno scambio intimo e dinamico con lo spettatore, che gli interventi di Salvadori al San Giacomo attivano e nutrono. Le opere dialogano tra loro e con l’architettura da posizioni diverse e potenzialmente complementari, e, nel corso dei mesi, rinnovano il loro rapporto con lo spazio attraverso spostamenti, aggiustamenti e nuove collocazioni che accompagnano gli eventi programmati all’interno dell’edificio – concerti e conferenze.

Nel punto immobile del mondo rotante è inoltre un’esperienza di avvicinamento al lavoro di Salvadori attraverso le opere, ma anche attraverso azioni, incontri e conversazioni che si svolgeranno durante il tempo del progetto.

Sabato 18 giugno, alle 17.00, all’aperto, davanti alla chiesa di San Giacomo, si potrà assistere insieme all’artista alla realizzazione dell’opera Continuo Infinito Presente, un processo di costruzione di un anello in acciaio a svelare il passaggio da una corda lineare a una circonferenza dove inizio e fine si annullano. L’azione coinvolge sette collaboratori e ha una durata di circa un’ora e mezzo. Il flautista Angelo di Gregorio suonerà composizioni di Giacinto Scelsi – prima dell’inizio dei lavori e a conclusione – all’interno della navata del San Giacomo, quando l’opera troverà il suo luogo in risonanza con lo spazio e con le altre opere.

Remo Salvadori, vive tra Milano e Cerreto Guidi, in Toscana, dov’è nato nel 1947. Ha partecipato alle più importanti rassegne e mostre internazionali d’arte contemporanea, come Documenta di Kassel (nel 1982 e nel 1992) e a diverse edizioni della Biennale di Venezia (1982, 1986 e 1993). Ha esposto in alcuni dei principali musei italiani e del mondo, e anche in siti storici e archeologici e prestigiosi luoghi pubblici (Piazza San Giovanni a Firenze, il Parco Archeologico di Ostia Antica, il Parco Archeologico di Istanbul). Del suo lavoro si sono occupati a più riprese alcuni dei maggiori critici d’arte e curatori italiani, come Germano Celant, Bruno Corà, Pier Luigi Tazzi e Adachiara Zevi.

 



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Data e Ora
19/06/2016 / 17:00 - 21:00

Luogo
chiesa di San Giacomo