Una mostra di sculture e fotografie di Rä di Martino. Il cinema come scultura è un tema storicamente complesso attorno al quale l’artista ha iniziato a riflettere negli ultimi anni. In occasione di questa sua prima personale a Milano la ricerca dell’artista italiana s’insinua nuovamente nel discorso sul cinema espanso degli anni ’70 e di qui nel fertile territorio comune di questi due medium – solo in apparenza distinti da una serie di opposizioni (stasi/movimento, materiale/immateriale, seconda/terza dimensione…). La partita in gioco tuttavia si fa più alta perché l’artista si spinge più a fondo, lungo il confine sottile tra backstage e girato, materia prima e suo montaggio, protagonista e controfigura, realtà e fiction, originale e cover. In mostra infatti la relazione tra oggetto scultoreo e immagine in movimento è restituita attraverso una sequenza di fotografie e oggetti ibridi (stativi provenienti da set cinematografici, che reggono elementi naturali e sono illuminati da luci di scena). Né solo cinematografico né solo scultoreo, l’insieme dei lavori selezionati proviene dalla medesima fonte narrativa, vale a dire La controfigura (in uscita a Settembre 2017) il primo lungometraggio di Rä di Martino. Il film è liberamente ispirato al racconto drammatico di John Cheever, The Swimmer del 1964. Il libro divenne poco dopo una pellicola (tradotta nella versione italiana con il titolo di Un uomo a nudo) con Burt Lancaster nel ruolo protagonista. Di Martino trae spunto delle suggestioni sia del testo sia del cinema per catturare le atmosfere sospese di questa celebre storia surreale, dove un uomo di mezza età, nuotando di piscina in piscina, attraversa la città per tornare a casa e così facendo rivive la sua esistenza attraverso un viaggio metaforico. Nel re-enactment del film di Martino sceglie di ambientare la sua versione della storia in un altrettanto metafisica Marrakech, città contradittoria, antica e moderna insieme, vera e finta, e comunque specchio di una borghesia in cerca di nuove motivazioni.
Fotografie e stativi sono due strumenti apparentemente contradditori di un’unica narrazione. Stanza dopo stanza lo spettatore è chiamato a osservare dall’interno dell’esterno le scene.
Questi oggetti ibridi rinnovano d’altra parte l’attenzione sul farsi dell’immagine, sul cinema nel cinema nonché sull’analisi stessa dei dispositivi cinematografici che permettono di costruire nuovi significati della storia.
Paola Nicolin
Rä di Martino (Roma, 1975) ha studiato al Chelsea College of Art e alla Slade school of Art a Londra, prima di trasferirsi a New York dal 2005 al 2010; ora l’artista vive a Torino. Ha esposto in istituzioni quali la Tate Modern a Londra (2007 / 2013), il MOMA-PS1 e Artists Space a New York (2006 / 2007), Palazzo Grassi di Venezia (2008 / 2016), Quadriennale, Palazzo delle Esposizioni Roma (2008 / 2016), GAM –(2015) e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino (2012), MACRO (2006) e MAXXI a Roma (2014 / 2017), Museion, Bolzano (2014-2015), NIMK di Amsterdam (2007), MCA di Chicago (2009), MALI di Lima (2013), Magasin a Grenoble (2010), Hangar Bicocca (2009 / 2011) e PAC di Milano (2014). E’ stata invitata a Manifesta7 (2008), alla Biennale di Busan (2006), e alla Triennale di Torino (2005).
I suoi video e film hanno partecipato a importanti Film Festival, tra i quali il Torino Film Festival (2002 / 2003), Locarno Film Festival (2006) e al Festival Internazionale del Cinema di Venezia (2014) con il mediometraggio The Show MAS Go On, vincendo il Premio SIAE e il premio Gillo Pontecorvo, e con il quale vince un Nastro d’Argento come miglior docu-film 2015.
Data e Ora
22/03/2017 / 18:30 - 20:00
Luogo
Galleria Monica De Cardenas