David Crossing the Moon di Pascale Marthine Tayou costituisce il quinto capitolo di “5779”, il progetto espositivo che inaugura la prima stagione di BUILDINGBOX, uno spazio indipendente facente parte di BUILDING ma caratterizzato da un programma unico e autonomo. Il progetto, a cura di Nicola Trezzi, ha aperto nella settimana di Rosh HaShana, il capodanno dell’anno 5779, come dice il titolo stesso, secondo il calendario ebraico.
L’opera di Pascale Marthine Tayou è caratterizzata dalla sua variabilità poiché non definisce la sua pratica mediante un medium specifico o particolari tematiche. Sebbene il suo lavoro possa portare a una varietà di problematiche, domande e conclusioni, le sue opere hanno tutte lo stesso punto di partenza: l’artista. Una delle azioni più forti in questo frangente è il fatto che dall’inizio del suo percorso come artista Pascale Marthine Tayou abbia aggiunto la “e” al suo primo e secondo nome in modo da dare da una finale femminile, mettendo quindi in questione l’importanza dell’autorialità artistica in relazione al genere, per non parlare del desiderio di sfuggire a qualsiasi limitazione legata a una specifica origine culturale o geografica.“Sebbene i miei antenati vivessero tra gli alberi, attraverso la mia educazione e attraverso le lingue ho acquistato degli strumenti per capire il mondo occidentale. Vivo simultaneamente in entrambi i mondi. Viaggiare dall’Africa all’Europa è per me come viaggiare di città in città. La mia tradizione è la tradizione umana. Rimasi molto impressionato quando imparai per la prima volta A, B, C, D, ma queste lettere sono un codice universale. Non ho mai sognato di lasciare il mio paese; è accaduto in modo naturale. Di conseguenza non ho nessun interesse in tematiche sociali come l’immigrazione” dice l’artista. Il suo lavoro non solo si colloca tra diverse culture, traumanità e natura, ma mette anche in discussione, attraverso l’ambivalenza, lo stesso concetto di costruzione sociale, politica o culturale. La sua pratica è deliberatamente mobile, elusiva, lontano da schemi prestabiliti ed eterogenea, da sempre eco alla nozione di viaggio e alla figura del nomade, sebbene in un modo spontaneo. Le sue sculture, installazioni, disegni e video sembrano avere un aspetto comune: sono tutti legati al tragitto di un individuo che si muove attraverso il mondo, un mondo che sembra profondamente avventuroso e genuinamentesfaccettato.
“Ho sempre cercato di esprimere me stesso, sia che si tratti di arte oppure no. In questo frangente l’arte per me è una via di sopravvivenza: non solo mangiare, bere, dormire, ma sentirsi bene, condividere delle storie e apprezzare delle persone[…]. Non ho un piano specifico. Seguo le energie che la gente mi da e quindi vado quando sono invitato a condividere le mie esperienze. Sono nomade poiché gli altri mi danno questa opportunità. Muoversi nel mondo, per me, è un modo peresistere”.
– Pascale Marthine Tayou
David Crossing the Moon di Pascale Marthine Tayou rimarrà esposta fino agli ultimi giorni di Shevat (3 febbraio 2019), il quinto mese del calendario ebraico. Alla fine dei 12 mesi, BUILDING pubblicherà un catalogo concepito come un calendario, includendo tutte le 12 opere d’arte presentate durante l’anno, che saranno rivelate mese dopo mese.
Data e Ora
06/01/2019 / 17:00 - 20:00
Luogo
Building
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