Si inaugura con questa mostra un ciclo di esposizioni sul rapporto fra arte e luce. Valmore Studio proporrà una serie di autori che fanno della luce il loro strumento di creazione artistica. Entrambi gli artisti utilizzano il neon come mezzo di espressione e rappresentano due generazioni a confronto.
Paolo Scirpa è il primo artista che con i suoi “Ludoscopi” realizza opere tridimensionali con profondità infinite, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e l’illusorio.
Manuela Bedeschi predilige le installazioni “site-specific”, sottolineando gli spazi con segni di luce che sono diventati nel tempo il suo mezzo espressivo principale, aggiungendo alle tecniche e ai materiali tradizionali illuminazione a led e tubi al neon.
Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) vive a Milano. Già dagli anni ’70 passa da una iconografia bidimensionale ad uno spazio tridimensionale modulato da luce e specchi. La sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti immateriali e spettacolari. L’artista è interessato a rappresentare non tanto la luce reale quanto la luce “ideale” cioè l’idea dell’infinito e per questo si serve dei mezzi a sua disposizione, tubi luminosi e specchi. Realizza i “Ludoscopi”, opere tridimensionali che propongono la percezione di profondità fittizie, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e l’illusorio. Bruno Munari ne evidenzia anche l’aspetto ludico. Nel corso degli anni realizza anche grandi opere di denuncia consumistica – tra le quali Megalopoli consumistica del 1972 – delle installazioni e delle pitture che sono quasi una rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi. Negli anni ‘80 sviluppa i primi interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture e ambienti di grande prestigio. Ha realizzato opere per spazi pubblici, privati e chiese.
Per anni è presente al Salon Grands et Jeunes d’aujourd’hui di Parigi; poi partecipa alla IX e alla XIII Quadriennale di Roma. Espone al Palazzo dei Diamanti (Ferrara), allo ZKM (Karlsruhe), alla Neue Galerie (Graz), al MART di Rovereto, a La Galleria Nazionale e al MACRO (Roma), al Museum Ritter (Waldenbuch), al MACBA (Buenos Aires), al MACLA (La Plata), alla GR Gallery (New York), al MUO (Zagabria), all’Instituto Tomie Ohtake (San Paolo del Brasile), al Centro Cultural Oscar Niemeyer (Brasilia), alla Fondazione Carlos Cruz Diez (Panama), al MACA Museo Arte contemporanea (Acri, CS). Inoltre sue opere sono in importanti collezioni pubbliche e private.
Manuela Bedeschi
Nata a Vicenza, vive lavora a Verona e Bagnolo di Lonigo (Vicenza).
Diplomata in Scultura e Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Verona, frequenta un corso di arte concettuale all’Accademia Estiva di Salisburgo, tenuto da Roman Opalka e Gunter Uecker, che cambia l’indirizzo della sua ricerca artistica, inoltre approfondisce grafica sperimentale alla Scuola e al Centro Internazionale di Grafica di Venezia. Presiede l’Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art con la quale organizza Mostre di Arte Contemporanea.
La sua produzione artistica si è sviluppata sia nel campo della scultura che della pittura, prediligendo sempre più, nel tempo, le installazioni e gli interventi ‘site specific’, sottolineando gli spazi con segni di luce che sono diventati nel tempo il suo mezzo espressivo principale, aggiungendo alle tecniche e ai materiali tradizionali illuminazione a led e tubi al neon. Fra le sue molte mostre personali e collettive ricordiamo: nel 2018 Da Dove, Galleria Civica Cavour a Padova e Dimensione Fragile presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma, nel 2017 Casasempre installazione alla Galleria d’Arte Moderna A. Forti, Palazzo della Ragione di Verona, MondoCleto, Palazzo Chiericati, Vicenza e Villa Pisani Bonetti Bagnolo di Lonigo e l’istallazione permanente con Tiziano Bellomi Luce della memoria a Ramiseto, Comune di Ventasso (RE), nel 2015 L2u0c1e5 alla Galleria Pio Monti di Roma, Azioni Antiche opere e libri presso la GNAM di Roma e Eterne Stagioni, Palazzo Monferrato, Alessandria, nel 2014 Ricognizione sulla scultura/2, Alberto Veca Anni novanta e duemila, Palazzo della Permanente a Milano e Do you speak Made in Italy, Palazzo della Gran Guardia, Verona, nel 2013 Di Carta PaperMade, Palazzo Fogazzaro, Schio, nel 2012 Rossarancio, presso lo Studio Cleto Munari, Vicenza e Colour alla Egger Roseneder Contemporary di Vienna, nel 2011 le istallazioni Doppio Quadrato, Biblioteca Internazionale ‘La Vigna’ di Vicenza, Il Rifugio, Cappella della Madonna, Museo Diocesano, Chiesa di San Fermo Maggiore, Verona e nel 2009 Pindarica, Complesso Monumentale di S. Silvestro, Vicenza.
Data e Ora
27/04/2018 / 18:30 - 21:30
Luogo
Valmore Studio d'Arte