La Galleria Emmeotto, presenta, sabato 16 gennaio dalle ore 18.00 alle ore 20.00, nelle sale espositive di Palazzo Taverna, la mostra personale di Neda Shafiee, artista iraniana residente in Italia, che ha dedicato la propria ricerca artistica alla figura umana sviluppandola attraverso linguaggi scultorei, pittorici e installativi.
In mostra una serie di opere degli ultimi anni e opere inedite, risultato di un viaggio narrativo e sensoriale che trova la sua piena realizzazione nell’evoluzione plastica e interiore delle sculture-installazioni site specific.
Le due grandi sculture in cartapesta, presenti in mostra, si fissano nello spazio, prendono vita, realizzano, quello che nei rispettivi disegni è più grafico, esplicito e visibile, in una serie di richiami, anticipazioni e legami concatenati tra loro, percorribili e rintracciabili da una sala all’altra, dove forti e predominanti sono i simboli che derivano dall’interiorità del corpo umano contenitore di misteri.
La scultura rappresentante la figura femminile, con il ventre gonfio come una donna incinta è un contenitore che esprime fecondità del corpo e della mente, una pienezza metaforica, la gestazione di un qualcosa che sta prendendo vita o si sta trasformando, tradotto nella potenza creatrice che da sempre contraddistingue il corpo della donna. Le forme rispondono ai tratti grafici dei disegni che le rendono con tratti essenziali, dove le caratteristiche fisiche si percepiscono e si confondono in forme tondeggianti, ruotanti e sinuose che rimandano ai simboli archetipici più potenti dell’universo femminile.
L’installazione- scultura Flusso 2 con la figura antropomorfa inserita in un cubo è, invece, circondata da elementi sospesi, che pervadono il corpo principale. Se il cubo, da sempre, forma geometrica simbolo di razionalità, rappresenta e delimita il lato oscuro e misterioso che c’è dentro ognuno di noi e che deriva dal rapporto e dall’approccio nei confronti dell’essere e dell’esistere, il gruppo di elementi sospesi è la pioggia di fatti, situazioni, condizioni che ci vengono incontro, è il flusso della vita. Un flusso continuo che cerchiamo di arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi, come gli eventi, le convinzioni, gli ideali. Ma, in quest’opera, l’incontro e la suggestiva fusione tra staticità e movimento avviene con una grazia plastica di grande leggerezza, in un gioco di pieni e di vuoti, dove il cubo non è più una gabbia o un groviglio, come nelle sculture degli anni precedenti, ma cambia funzione, va dissolvendosi nei suoi contorni ridotti e frastagliati, l’introversione e il mistero lasciano posto ad un’apertura verso il mondo esterno. L’uomo fermo e immobile si fa investire dal flusso, se lo fa scivolare addosso, non ha più paura e il cubo non è più contenitore-rifugio.
Data e Ora
16/01/2016 / 18:00 - 20:00
Luogo
Emmeotto Living Gallery