La prima personale in Italia di Štěpánka Sigmundová ha il titolo generico di National Museum senza dire di che museo nazionale si tratti, non fa riferimento a un luogo preciso, a un museo localizzato. È il progetto di Štěpánka che delocalizza il museo nazionale di Praga (in ceco Národní museum) spostandolo attraverso la Galleria Temporanea Boccanera in un luogo altro, che per poco più di un mese lo ospita.
Il sottotitolo allude al libro di Giorgio Agamben del 2000 Il tempo che resta (Bollati Boringhieri) un libro difficile e importante, che descrive un’esperienza del tempo, come scrive l’autore, affidata all’inversione del rapporto tra passato e futuro, tra memoria e speranza. Il museo qui in mostra è il nome senza luogo di un’esperienza del tempo, di un’estetica, di una memoria collettiva distillata, generata e resa funzionale a un’idea di storiografia nazionale. La mostra consiste in una serie fotografica in cui si cristallizzano gli spazi oramai vuoti del National Museum, dove gli oggetti storici, i residui, le reliquie, sono immobilizzati nella loro funzione didascalica di racconto. Ma si tratta di un esperimento che non controlla, non irrigidisce la memoria; il museo è infatti senza nome perché ciascun visitatore può proiettarvi la propria memoria nazionale senza subire l’affronto di una guida, di un criterio di correttezza politica che i curatori dei musei nazionali cercano per dovere professionale. Il museo di Štěpánka Sigmundová non ha la funzione politica di istruire il visitatore, ma sollecita una forma estrema di liberatorio fraintendimento.
Data e Ora
26/05/2016 / 18:00 - 20:00
Luogo
Galleria Marcolini