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mostra personale

Su tele di grande formato e di notevole impatto visivo, Thomas Heller dà vita ad un’immaginaria sessione di musica jazz ritraendo musicisti e strumenti a fiato e a corda. Le sue origini e la sua formazione germaniche, e con esse un chiaro riferimento all’espressionismo tedesco e austriaco, si indovinano sotto le pennellate incisive con cui dipinge, quasi aggredendo la tela posata sul pavimento. E’ in questa gestualità potente ed istintiva che l’artista, partendo dal dato reale, dà corpo alle sue emozioni e ai suoi stati d’animo, trasfigurando la realtà esteriore per visualizzare la sua realtà interiore.

Ma degli Espressionisti tedeschi non prende la drammaticità dei contenuti e il senso tragico della vita. I suoi soggetti sono oggetti del quotidiano quali strumenti musicali, scarpe o fiori da cui riesce ad “estrarre” l’anima. Poco importa se il risultato visibile non corrisponde al dato reale, all’artista importa liberare istintività ed immediatezza, svincolandosi dal limite della raffigurazione per approdare ad un piano interiore, quello della trasfigurazione e dell’astrazione. Così anche quando tra il groviglio di segni, disegni e campiture di colore si indovinano figure o dettagli umani – un occhio, una bocca, una mano – il significato è più profondo perché, oltrepassando la percezione immediata, si carica di riferimenti, significati e simboli diventando metafora di altro.

La sua tavolozza predilige i colori forti, su tutti il nero e il rosso, ma non mancano il blu e il giallo, e il suo complementare il verde, dati in pennellate rapide, spatolate sovrapposte e in stesure a mano sopra un disegno o uno schizzo ancora evidente. Nei lavori della serie Jam Session, gli strumenti musicali sotto le dita del musicista sembrano uscire dalla tela animate da vita propria. E così l’artista diventa l’invisibile direttore d’orchestra che, come un demiurgo, riesce ad estrarre la nota giusta per suonare la sua melodia interiore .



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Data e Ora
06/10/2018 / 17:00 - 19:30

Luogo
ARC Gallery