A due anni di distanza dalla mostra personale “L’Arte della Quarta Dimensione”, l’artista romano Mario Mattei ritorna ad esporre alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, dove aveva incantato il pubblico con i suoi dipinti.
Questa volta saranno esposti una serie di dipinti recenti e una selezione di opere di arte grafica.
La mostra “Tra vento e acqua”, curata da Arianna Sartori, si inaugurerà sabato 14 maggio alle ore 17.30 alla presenza dell’artista e sarà presentata in galleria dal Prof. Gianluigi Guarneri.
Mario Mattei, Tra vento e acqua
Vento e Acqua si alternano nello spazio sotteso come entità presenti ma sospese parlandoci del fantastico percorso artistico di Mario Mattei. Ispirato da profonde meditazioni sull’essere e sul divenire, l’artista ci ha donato, durante la sua lunga carriera di pittore, una raffinata espressività figurativa, trovando nella natura l’alter ego della sua polivalente personalità. Pesci, fiori, uccelli, alberi dalle cangianti tonalità, appaiono come entità trascendenti, alternandosi nelle sensuali e morbide raffigurazioni, intrise di un colore forte, pregnante, elegiaco. Le forme, quasi spugnose, escono in aggetto dalla tela simulando l’azione dinamica dell’acqua e del vento, si amalgamano inquiete, si sovrappongono dolcemente creando suadenti e arrendevoli atmosfere. Le figure appaiono come icone di una realtà altra, sospesa in una dimensione atemporale, dove l’aria e l’acqua hanno perso la loro consistenza fisica per divenire suoni di un’incantevole melodia. Dee di lontani miti, fugaci, effimere entità, sottese tra arcani enigmi e, improvvise, improbabili brezze, diventano mute testimoni dell’anima, affascinanti principesse di pianeti sconosciuti, immerse tra profumati fiori e sensuali vibrazioni. La materia, opaca, ovattata nebulosa del sentire, sublima a nuovo stato dando origine a una magmatica cascata di energia vitale dalle irrefrenabili incandescenze cromatiche. Il dischiudersi di rigogliose infiorescenze, sfiorate da pesci variopinti, allude alla geniale intuizione premonitrice che Mattei, nel lontano passato ha avuto sulla materia e sulla forma. I colori dominano incontrastati la tela divenendo simboli di affascinanti tensioni, effimeri sogni protratti verso l’infinito, diaframmi dipinti dagli allusivi, sensuali rimandi, usciti dal grembo della fantasia di Mattei per occupare spazi non più definiti da una realtà precostituita, dove la forma trova la sua nuova, autentica vocazione. Sensuali estroflessioni, eclatanti filamenti plastici, degradanti in un trasognato flusso organico appaiono come sussurrate immaterialità emotive, frammentate realtà sinergiche, nel fluire sospeso ed immobile del tempo. Forme embrionali di lontani remandi trasmigrano sul substrato, diffondendosi sulla tela, generando sublimi entità formali di arcaica sintesi. Suggestioni spazio temporali s’intersecano tra diafani, vaporosi ricordi e pallidi riverberi liquidi generando stellari abissi, oniriche improvvisazioni e rivelate percezioni, sospese tra intenzionalità inconscia e sapiente modulazione delle forme. Arcani silenzi, sublimano in estasi totalizzanti divenendo suoni dipinti, tensioni mistiche, trascendenze celesti che dialogano felici con lo spazio cosmico in una sfera d’inedita realtà generata da una luce totalizzante e omogenea. Questa realtà altra, profuma di fiori, di paesaggi, di fiabe, di un mondo subacqueo, solare o agreste in una delicata dimensione onirica. Allegoria e sogno sublimano in una raffinata rappresentazione magica richiamandosi a un idilliaco luogo delle meraviglie, quieto e sensibile, dove riposare il cuore e lo sguardo. Le pennellate di Mario Mattei appaiono leggiadre nei tratti e nei contorni, soffuse e inedite nella nebulosità delle forme, mirabili e sapienti nelle campiture. Una pittura immediata e riconoscibile lo distingue per la grande perizia compositiva insieme a un’esuberante fantasia ideativa. La prima mostra di Mario Mattei venne allestita, nel 1970, presso la Galleria “L’Etrusca” di Roma ma la sua ricerca artistica ha inizio nel 1968, con la sperimentazione di nuove tecniche di pittura, scultura, grafica fotografica e l’elaborazione, negli anni 80 della “Quadrimmaginegrafia”, l’arte della quarta dimensione, ispirata dalle teorie, sulle relazioni tra spazio e tempo, del filosofo Immanuel Kant e del matematico Albert Einstein.
Durante tutta la sua attività artistica molti giornali e riviste d’arte hanno pubblicato articoli, recensioni sull’attività artistica, sociale, culturale di Mario Mattei. Dal quotidiano “Paese Sera” nel 1969 e nel 1979, al “Il Giornale d’Italia”, al “Il Messaggero”, “Momento Sera”, “Il Tempo” (31 marzo 1991), “Il Tempo” (18, 19, 20 febbraio 2000), “Oggi Castelli” (edizione dei Castelli Romani – 12 luglio 2003). Articoli su Mario Mattei sono apparsi sulle riviste “Lo Spazio” (1969), “Rivista delle Nazioni” (1972), “Spazio Arte” (dicembre 1974), “Tabloid Art” (ottobre 1977), “Bolaffi Arte” (novembre-dicembre 1977), “Arti Visive” (1987), “Arte” (maggio 1998), “Art Leader” (giugno-agosto 1999), “Arte” (gennaio, marzo, novembre 2001), “Boè, Promotore di cultura” (luglio-agosto 2004). E’ stato anche realizzato un documentario sulla sua attività artistica e culturale e diverse reti televisive, attraverso le loro trasmissioni, si sono interessate al “Pensarte” Mattei.
Nel 1979, la Società Cinematografica Fonorete (oggi Nexus Film) decide di girare un documentario sul Maestro dal titolo “Il sogno di una cosa” per la regia di Roberto Schiavone. Il documentario descrive la vita artistica del “Pensarte” Mattei, girato nella sua casa di Roma, a Ponte Milvio, in un cantiere edile e a Olevano Romano, luoghi sono scelti perché s’identificano con la vita dell’artista. Il documentario venne trasmesso al Cinema Massenzio e in alcune sale cinematografiche in occasione dell’Estate Romana. Partecipa alle trasmissioni “Senso critico” (10 aprile 2000) e, in più occasioni, a “Poltronissima Arte” (7 maggio 2000, 7 gennaio 2001, 1 luglio 2001, 8 luglio 2001, 13 novembre 2001, 9 giugno 2002, 8 settembre 2002).
I suoi dipinti si trovano presso gli archivi della “Quadriennale d’Arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni” e presso il “Museo-Centro Studi sulla pittura del paesaggio europeo del Lazio “Villa De Pisa”. L’intero percorso artistico di Mario Mattei, dagli esordi, sino alle opere recenti, appare diramarsi verso un’unica direzione. Immagini, sensazioni, stati d’animo mutano i concetti di tempo e spazio generando ascendenze segniche di grande pathos comunicativo. Figure idilliache di Dee e Pianeti veleggiano misteriose nello spazio, lo accendono con le loro cangianti tonalità declinando in un tempo irreale, tra confini terreni e celesti, sospeso tra equilibrate rappresentazioni e suadenti, allusive visioni. Calde atmosfere di paesaggi marini o sconosciuti pianeti riscoprono tracce di lontane civiltà negli incantevoli giardini, dagli alberi viola, rosso, arancio, del “ Pianeta Elena”, nelle sensuali aiuole fiorite del “Pianeta Euclide”, negli Oceani Marini” del “Pianeta Socrate”. Le accese tonalità delle opere di Mario Mattei risaltano l’effetto luce di attraenti vibrazioni, trasfigurandosi in un seducente fluido che sfiora sinuose ed eleganti figure femminili, evoluendo nell’infinito universo tra raffinati aneliti di pura e luminosa essenza.
Prof. Gianluigi Guarneri
Mario Mattei nasce a Roma il 15 novembre 1939.
La sua carriera artistica inizia negli anni compresi tra il 1958 e il 1960 mentre la sua ricerca artistica ha inizio nel 1968 e si sviluppa in tutti i settori delle arti visive: pittura, grafica e scultura. Espone in Italia e all’estero a partire dal 1970.
Dal 1968 si dedica alla ricerca dell’arte e inizia una ricerca che lo porta verso nuove strade artistiche, nuovi concetti, nuove filosofie. Attraverso la pittura crea un tema pittorico che può essere definito fantastico-paesaggista e che sulla rivista “Lo Spazio” viene definito, nel 1969, “La pittura avveniristica”. Questa nuova pittura trasporta paesaggi abituali all’uomo all’interno di un mondo sotterraneo, in una scenografia fantastica: all’interno delle grotte, all’interno di un mondo in teoria ostile all’uomo sono i paesi, gli alberi e le strade. Con questo tema comincia quel discorso artistico e culturale che lo contraddistingue e che, pur lavorando su un diverso tema, prosegue ancora oggi. Porta avanti questo genere di pittura per pochi anni.
Negli anni ’70 sviluppa il tema della pittura avveniristica con quel genere pittorico che possiamo definire impropriamente, delle marine. Attraverso questa nuova forma artistica sviluppa un’elaborazione della mente e del pensiero utilizzati come osservatori ed esploratori che lo conducono nel mondo delle profondità marine, nel quale ha una visione reale della natura dello spazio-tempo. È con questo nuovo tema che sviluppa una nuova concezione artistica che porterà all’Arte della Quarta Dimensione. Questo nuovo tema appartiene a quel genere che sviluppa e porta avanti ancora oggi e rappresenta il cuore, l’anima dell’Arte della Quarta Dimensione.
Nel settore delle arti grafiche crea nuove forme d’arte come: la Matteite grafica nel 1971, la Trimmaginegrafia nel 1974, la Quadrimmaginegrafia nel 1981, la Grafica a Getto nel 1987, la Grafica Fotografica in Luce nel 1997.
Il Pensarte Mario Mattei si dedica anche alla scultura. Nella scultura lavora da prima con il legno d’olivo, poi, all’inizio degli anni ‘80 sviluppa un nuovo materiale che chiama ‘bronzo vegetale’ con cui realizza le sue sculture. Nell’estate del 1988 realizza delle sculture in forma estemporanea per la strada, nella zona compresa tra il Foro Italico e Ponte Milvio. Oltre a cercare nuove strade nella scultura mira a coinvolgere il pubblico che assiste alle sue performance e che in qualche caso è direttamente coinvolto dall’artista nel discorso che lo stesso propone.
Mario Mattei, durante tutta la sua attività artistica, contribuisce alle iniziative dei movimenti culturali cui aderisce, partecipa, sia come sindacalista, sia a titolo personale, a numerosi convegni e dibattiti culturali e politici che hanno per argomento i problemi degli artisti e della società.
In diverse occasioni s’impegna come insegnante di pittura e disegno, e come collaboratore didattico, all’interno delle scuole sia pubbliche, sia private, e partecipa ad alcune trasmissioni televisive andate in onda sulle reti televisive locali di Roma. Durante tutta la sua attività artistica molti giornali e riviste d’arte hanno pubblicato articoli, recensioni e lettere che riferiscono dell’attività artistica, sociale, culturale e politica del Pensarte. Ma non solo. Diverse reti televisive attraverso le loro trasmissioni si sono interessate al Pensarte Mario Mattei. Nel 1979, la Società Cinematografica Fonorete (oggi Nexus Film) decide di girare un documentario sul Maestro dal titolo “Il sogno di una cosa” per la regia di Roberto Schiavone. Il documentario descrive la vita artistica del Pensarte e viene pensato e realizzato nei posti e nei luoghi che caratterizzano la vita di Mario Mattei. È stato girato nella sua casa di Roma, a Ponte Milvio, in un cantiere edile e a Olevano Romano. Questi luoghi sono scelti proprio perché si identificano con la vita di Mattei. Il documentario viene trasmesso al Massenzio Cinema e in alcune sale cinematografiche in occasione dell’Estate Romana. Partecipa alle trasmissioni “Senso critico” e, in più occasioni, a “Poltronissima Arte”.
Le sue opere si trovano presso gli archivi della “Quadriennale d’Arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni” e presso il “Museo-Centro Studi sulla pittura di paesaggio europea del Lazio, Villa De Pisa”.
– – –
Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”
Indirizzo: Mantova – via Ippolito Nievo 10 e Via Cappello, 17 – tel. 0376.324260
Titolo della mostra: Mario Mattei. Tra vento e acqua
Mostra a cura di: Arianna Sartori
Date: dal 14 al 26 maggio 2016
Inaugurazione: Sabato 14 maggio, ore 17.30, alla presenza dell’artista
Presentazione del Prof. Gianluigi Guarneri
Orario di apertura:
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso festivi
Data e Ora
14/05/2016 / 17:30 - 19:30
Luogo
Arianna Sartori Arte & Object Design