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Mandra Cerrone – Mater Dolorosa

Il giorno 2 ottobre 2018 alle ore 18.00, presso l’Aurum – Sala D’Annunzio di Pescara, l’Assessorato alla Cultura Città di Pescara con l’Associazione Mystic Driver Art Lab presenta Mater Dolorosa, performance art di e con Mandra Cerrone, a cura di Michela Becchis. Interverrà Giovanni Di Iacovo, Assessore alla Cultura del Comune di Pescara.

Nulla come una performance mette in gioco il corpo dell’artista. Può sembrare una banalità e tuttavia conviene considerare quanto corpo di artista ci sia sempre in un’opera d’arte, ma come, solo nella performance, l’artista concede che si acceda al suo corpo.

È molto tempo che si è aggredita la nozione di collettività e con questa l’idea stessa di con-doglianza. In un’epoca venduta come l’apice massimo della socialità o della media socialità, in realtà si è lavorato moltissimo a quella che Marx chiamava la produzione dell’individuo isolato. Fuori dalla comunità, fuori dalla pericolosa dialettica delle aspettative, dei bisogni, dei desideri, della partecipazione. E anche della compassione. Si è riuscito a far credere che l’individuo isolato sia l’individuo finalmente libero e capace di autoprodursi e autorappresentarsi, mentre si creavano e si creano creature sole e perciò inoffensive. O almeno si crede. Tralasciando una riflessione di sola politica (parola che oggi spaventa, ma che individua uno stare in comune ancora di grande valore) che non compete a queste righe, a svelare l’inganno molto hanno contribuito il pensiero di genere e quello artistico. Un’idea molto bella che li accomuna è quello di vulnerabilità. (…)

Nella sua ricerca di un punto di vista da cui guardare il mondo, immergendosene fino ad ascoltare il battito del suo cuore, Mandra Stella Cerrone, nelle sue performance, è sempre partita fattualmente da sé, cioè mettendo in gioco frammenti del suo esistere. In Mater Dolorosa compie un altro, difficile, passo: partire da sé eliminando il biografema per fare in modo che il suo sé racconti le altre. Nella storia delle donne è sempre esistita, spesso seguendo una tradizione orale, l’autobiografia collettiva, cioè un narrare la storia come se fosse la propria vicenda personale o piuttosto come se la propria vicenda personale si disponesse dentro la coralità frutto del tessuto di relazioni femminili. (…) Se nella tradizione cristiana il corporale è il panno dove viene poggiata l’ostia, cioè un simulacro di corpo, Mandra Stella Cerrone trasforma in corporale laico, quel che resta di quella parte di sé smembrata via. L’abito, che le madri piegano come cura e estrema carezza al figlio perduto, si trasforma in habitus, cioè il contenitore non solo del corpo negato ma anche delle attitudini, dei desideri, del carattere, dei sorrisi, della rabbia e della tenerezza di colui (eh già, quasi sempre un maschio) che mai più indosserà la vita.” (dal testo critico di Michela Becchis)



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Data e Ora
02/10/2018 / 18:00 - 20:00

Luogo
Aurum