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La stanza di Clarissa

Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota.

Nell’esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell’Isola di San Servolo, accanto all’archivio dell’ Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore, come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto.

I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.
Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi.

Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l’idea che sia possibile una rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua complessità e simultaneità.

Presenta Marta Santacatterina



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Data e Ora
01/02/2016 / 00:00 - 20:00

Luogo
Venezia