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Home sweet home – Gallery becomes home

Il Ponte Contemporanea di Roma è lieta di presentare la mostra Home sweet home – Gallery becomes home curata da Giuliano Matricardi.

Le Corbusier definiva la casa come una macchina per abitare ovvero un luogo transazionale in cui si condensano relazioni e sentimenti ambivalenti, spesso di segno opposto. Gli artisti in mostra vengono invitati a ricreare, attraverso l’utilizzo di materiali, di tecniche e linguaggi differenti, l’atmosfera di un’abitazione con l’intento di sovvertire la tendenza attuale di trasformare le case private in veri e propri spazi espositivi.

ENTRYWAY ( Main Lobby )

Come in ogni casa che si rispetti, l’ingresso è il primo ambiente che accoglie gli ospiti e secondo il Fengshui rappresenta la bocca attraverso la quale confluisce l’energia. Danilo Bucchi realizza per Il Ponte Contemporanea, una coppia di svuota tasche fatti a mano sulla cui superficie ripropone il marcato segno grafico che contraddistingue la ricerca formale e stilistica dell’artista.

The PLAYROOM ( Gallery 1 )

La playroom rappresenta il regno di felici dimensioni infantili: sinonimo di creatività ma allo stesso tempo, luogo ricco di tensioni e sentimenti contrastanti. Nella playroom di Franco Silvestro, le atmosfere festose e spensierate lasciano spazio a spunti di riflessione sulla società attuale attraverso l’installazione di tre opere emblematiche del lavoro dell’artista partenopeo. Partendo da un disegno degli anni 90 l’autore, realizza La carrozzina crivellata di colpi: a prima vista, un candido passeggino viene in realtà squarciato da fori di proiettile. L’immagine evoca la vita del bambino che un tempo l’ha occupato, a testimonianza delle numerose vittime innocenti della violenza quotidiana. Il Televisore in gabbia prende spunto dalla realtà napoletana secondo la quale nei luoghi pubblici era usanza proteggere dai ladri e da eventuali atti di vandalismo i televisori attraverso l’utilizzo di una rete metallica. L’espediente permette all’osservatore di interrogarsi sullo stato reale della libertà di espressione che attualmente sembra imbavagliata e svilita all’interno di linguaggi stereotipati e controllati. Ultima opera in mostra Il disco rotto, un giradischi con un vinile 45 giri in loop diventa la metafora di una sorta di reiterazione di un particolare periodo della propria esistenza.

The DINING ROOM ( Gallery 2 )

Nel ‘600 la dining room si affermò come luogo stabile nella struttura della casa: ambiente nel quale la famiglia si riuniva e riceveva, sancendo la separazione fra il luogo dell’elaborazione del cibo e quello destinato al suo consumo. Antonio Riello ispirandosi al celebre tema musicale Tea for two, realizza l’installazione Rice for two. Una tavola sopra la quale campeggia una tovaglia realizzata con un tartan dedicato a Roma, è apparecchiata per due persone ed è attrezzata per un pasto a base di riso: ciotole in bone china bianche e due paia di chopsticks. In sottofondo il famoso motivo Tea for two. Le bacchette sono, però, troppo lunghe perché siano utilizzate per sfamarsi. L’unica possibilità sarebbe di usarle per imboccare chi siede di fronte. Si creerà, così una situazione di mutuo soccorso gastronomico: pena l’impossibilità di mangiare o di cibarsi con le mani rischiando di infrangere le regole del galateo e delle esigenze formali. L’artista sembra voler suggerire che i problemi vanno risolti con creatività ma nel rispetto di rituali e regole che costituiscono l’ossatura della civiltà. Alle pareti una doppia cartina dell’Italia Né Capo né coda: metafora ambigua di un paese faticosamente e confusamente in cerca di una nuova identità.

The LIVING ROOM ( Gallery 3 – 4 )

Il living room viene comunemente utilizzato come ambiente di ricevimento, di rappresentanza, di riunione. All’interno del contesto espositivo, questa stanza si compone di una serie di tavolini e lampade che offrono all’osservatore anche la possibilità di riflettere sull’origine dell’esistenza e la conseguente possibilità di rinascita. Il lavoro della designer Michela Ferrari trae ispirazione dalla volontà di recuperare materiali già esistenti in natura conferendogli una nuova destinazione d’uso. Partendo dall’interesse per l’astronomia e dalla personale tendenza al riutilizzo di pietre e fossili, l’artista crea una collezione di tavolini e lampade utilizzando un minerale particolare: l’agata. Tale minerale, infatti, per la sua composizione a spirale e i suoi colori evoca i fenomeni siderali. Questi frammenti naturali, incastonati come dei gioielli in una miscela contemporanea di resina, fibra di carbonio e ferro, rappresentano un cimelio e la loro reinterpretazione ci aiuta a ricordare da dove proveniamo.

The SLEEPING ROOM ( Strongbox 1 )

Come scrive Bill Bryson in Breve storia della vita privata, la camera da letto raccoglie la storia intima dell’uomo: il suo modo di amare e la sua sessualità, i suoi rituali per il sonno e, da ultimo, anche la morte. Tommaso Cascella che si dedica anche alla realizzazione di oggetti di uso quotidiano, presenta in mostra un letto matrimoniale con motivi che ricordano gli astri e i pianeti che gravitano nella volta celeste. L’autore sostiene che l’arte si debba fare concreta, incarnarsi nella realtà quotidiana. L’artista deve essere promotore di una bellezza pervasiva capace di penetrare nella vita delle persone.

The DRESSING ROOM ( Strongbox 2 )

La dressing room generalmente adiacente alla camera da letto, è il luogo dove ci si spoglia non solo degli indumenti ma anche dei ritmi e delle regole a cui siamo costretti a sottostare ritrovando la propria dimensione. È una stanza che risuona di passi come i calchi dei sanpietrini di Baldo Diodato trasformati in paraventi: la lastra di alluminio diventa il risultato di tanti camminamenti, flusso ininterrotto dell’esistenza umana che si imprime sul terreno.

La dressing room di Baldo Diodato è, inoltre, composta da un prezioso e scintillante vestito da sera e da un tavolino che ricorda nella forma e nei materiali usati, la struttura di una piscina.

The RESTROOM ( Toilet )

La restroom è stata scelta da numerosi registi come location dove si sono consumati delitti efferati passando da Psycho diretto da Alfred Hithcock a Full metal jacket di Stanley Kubrick.

Il pittore illuminato Raimondo Galeano attraverso l’espediente tecnico del buio, conduce lo spettatore in una restroom priva di ogni supporto luminoso e crea nuove forme visive che omaggiano la memoria di Beatrice Cenci. La giovane, infatti, per la sfortunata vicenda che la vide protagonista, divenne emblema dell’innocenza calpestata, dell’indipendenza e dell’orgoglio femminile contro l’oppressione.

The OFFICE

Nell’ufficio della galleria verranno esposte le shopping bags dell’artista cinese Rui Zhan. Le opere traggono ispirazione dallo shopping di titoli quotati alla borsa di Shanghai raccolti in un arco temporale di ottantuno giorni.

 



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Data e Ora
16/03/2017 / 18:00 - 21:00

Luogo
Il Ponte Contemporanea