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H.H. Lim | La Via del Falò divino

H.H. Lim progetta, nell’ambito della manifestazione FòcarArte un happening intitolato La Via del Falò divino per il quale i costruttori della Fòcara sono coinvolti in un pranzo intorno a un tavolo di fascine, accanto alla grande pira, dove è offerto cibo e vino. Ciascun commensale si dispone su una sedia la cui base in alluminio riporta una parola o segno dal sapore “simbolico” legato al senso dell’azione, alla commistione di elementi culturali differenti. A pasto ultimato, gli avanzi, le sedie e il tavolo di fascine, uniti a formare una grande catasta, vengono bruciati, lasciando l’unica traccia del simposio: le basi in alluminio delle sedie.

Il progetto di Lim coniuga l’aspetto conviviale, il senso della festa e dell’incontro, con la trascendenza e la “Via”, ciò che Lao-tzu indicava come il non-essere indifferenziato, o meglio l’origine, la “Madre”, da cui nasce l’essere. Dal pranzo dei costruttori al falò rigenerativo si mette in risalto il “passaggio” e il percorso della condivisione verso il falò propiziatorio in onore del Santo. In Lim c’è una visone transculturale: una mensa che poi brucia e si dissolve, simile al cammino stesso (la “Via” nel taoismo) inteso come crescita fisica e spirituale. Tuttavia l’azione non ha alcun significato morale, come buono o cattivo, ma è concepita come momento catalizzatore di energia (del singolo e della collettività). Il cibo e il falò aiutano di continuo a scongiurare ed esorcizzare.

Artista poliedrico e pensatore instancabile, H. H. Lim afferma che “guardare con gli occhi della mente porta alla cecità”. Ciò che è dato vedere deve costituire l’ingresso verso un’immaginazione non convenzionale. A un certo momento Lim si lascia inchiodare la propria lingua. L’azione va intesa come una simulazione simbolica: rappresenta la tappa estrema della comunicazione alternativa. Inchiodare la propria lingua corrisponde al sacrificio della parola a favore della sola immagine. Nella video installazione Images (presentata nel Palazzo Baronale di Novoli) le riprese della lingua inchiodata convivono con le immagini della festa religiosa tamil Tai Pùcam, cerimonia penitenziale hindu, frequente in Malaysia, dove si svolgono rituali di auto-tortura per la purificazione dell’anima. L’atto della lingua inchiodata al tavolo entra in simbiosi con i rituali eccezionali di gente che intende entrare in comunione con la propria divinità d’elezione. L’azione estrema di Lim e il perforamento della carne (guance, lingua, fronte) con una vasta gamma di oggetti metallici acuminati (uncini, ami da pesca, lance d’argento in miniatura) corrispondono rispettivamente a due universi linguistici distinti: uno artistico, l’altro ritualistico/religioso. Tuttavia sia il chiodo di Lim, sia la lingua trafitta dal “vel”, simbolo del potere di Murukan, indicano la rinuncia temporanea alla facoltà della parola.



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Data e Ora
15/01/2017 / 15:30 - 17:00

Luogo
Fòcara Lim



Roberto Sala

Art director della rivista Segno insegna Grafica editoriale all'Accademia di Belle Arti di Brera