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FUTURO PRIMITIVO: Luca Grechi e Antonio Barbieri

La mostra affronta un viaggio introspettivo all’interno dell’ESSERE UMANO. Una narrazione degli aspetti emotivi dell’esistenza umana, cosi’ come delle alterne vicende della storia del pensiero filosofico occidentale. L’ uomo dell’antichità’ e’ dapprima  SERVO  di una Natura ( o Essenza Divina ) che tutto dispone, e alle cui regole e’ tenuto a soggiacere con il capo chino, con terrore e reverenziale e superstizione. A questo individuo, si sostituisce poi l’uomo del presente, che si trasforma in  presuntuoso PADRONE della realtà’, con l’affermarsi della scienza e con il trionfo dell’autocrazia della ragione.In questa duale tensione, che sempre induce in errore il nostro essere-umano-emotivo, unica via salvifica e’ rappresentata dalla contemplazione del bello. Un futuro primitivo di armonia e bellezza al quale abbandonarsi.L’estasi che si sperimenta nel placido godimento  dell’estetica e della fenomenologia naturale, induce l’uomo ad una liberazione quasi stoica dal bisogno di controllo della natura, che per secoli gli ha provocato frustrazione, paura e turbamenti. Ne’ davvero servi, ne’ davvero padroni..ma piuttosto LIBERI. Il percorso espositivo e’ interessato dallo svolgimento di questa astratta narrazione di ascesi intima ed interiore dell’essere umano. Nella prima sala troviamo la trasfigurazione della NATURA , POTENTE : madre e morte di ogni forma di vita. Nel corridoio attraversiamo una fase di passaggio dove si assiste ad una lenta antropomorfizzazione delle forme vegetali, alla forzatura razionalizzante della Natura. Nella seconda sala l’uomo colma di significati e razionalità’ ogni forma naturale. Satura l’atmosfera per completo con le proprie vacue certezze scientifiche…Cerca di ricondurre a se stesso tutto il creato. Esausto e sconfitto, esule, naufraga finalmente fino alla terza sala, dove finalmente gli viene offerto di fermarsi, osservare e godere di una nuova NATURA, MADRE E PRINCIPIO ISPIRATORE…MORTE RIGENERANTE E NON PIU’ OPPRESSIVA FALCE. Che ognuno si prenda del tempo e un proprio posto a sedere per regalarsi l’esperienza del Bello! (Stefania Sagliocco) 

ANTONIO BARBIERI: il lavoro di Antonio Barbieri (nato a Rho, 1985) si contradistingue per una fusione tra tecnologia e tecniche artistiche legate alla tradizione.La poetica di Barbieri si pone a crocevia tra figurazione e astrazione, cercando soluzioni e nuovi approcci a problemi formali senza tempo. Muovendosi tra diversi campi, l’artista arricchisce la propria ricerca utilizzando un aproccio alla forma sempre diverso, creando una produzione eterogenea ma con forti elementi di riconoscibilità. I soggetti che ne derivano spaziano dalla reintepretazione della figura umana, indagata in profondità nei rapporti e nelle connessioni tra uomo e società, allo studio tassonomico del regno vegetale, rielaborato grazie alla modellazione tridi- mensionale. La continua sperimentazione, lo porta a un uso massiccio della tecnologia che fa da humus al concepimento delle opere, attraverso la digitalizzazione e la rielaborazione di forme naturali. L’ultima produzione di lavori, ad esempio, si concentra sulla parte invisibile della natura. Uno studio interdisciplinare che comprende sistemi molecolari, micropaleontologia e teoria dei geoni e che ha come obbiettivo quello di mescolare gli archetipi formali e creare nuovi approcci alla scultura. Tra i principali progetti si segnala: The Architectura Eloquentia, a cura di Giacomo Guidi, Contemporary Cluster, Roma; La natura delle forme, a cura di Davide Sarchioni, Vetrya Corporate Campus, Orvieto; Tecnica mista su carta, a cura di Davide Sarchioni, galleria Il Frantoio, Capalbio; Tensione mimetica, a cura di Davide Sarchioni, Palazzo Petrangeli Papini, Bagnoregio (VT); Forever never comes, a cura di Lapo Simeoni, area archeologica di Roselle, Grosseto.
LUCA GRECHI: nato nel 1985 a Grosseto, vive e lavora a Roma. Dal 2004 al 2008 ha viaggiato tra l’America centrale, il sud America e la Francia. Si stabilisce poi a Roma dove nel 2010 consegue il diploma di laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti con l’artista Enzo Orti.
Durante i suoi viaggi ha approfondito il suo interesse per il disegno dal vivo e il paesaggio, sviluppando una peculiare attitudine per la raccolta di oggetti e carte abbandonati e lasciati in balia degli eventi, quali elementi altamente suggestivi per la sua ricerca attuale ispirata dall’osservazione della natura, dai processi di trasformazione e di evoluzione delle cose in relazione al trascorrere del tempo. Tra le mostre personali più recenti: Apparire, Galleria Richter Fine Art, Roma, 2019; C’è una volta, Galleria Richter Fine Art, 2017, Roma; In-finito, Galleria La Linea, 2016, Montalcino; Un sasso sul mare #2, Sala Santa Rita, 2016, Roma; Sinkhole, Galleria Ar- tothèque de Rome, Roma, 2013. Tra le mostre collettive più recenti: Sottobosco, Muzeul National de Arta, Cluj-Napoca.2018; It Was not me, Wonder-Liebert, 2018, Parigi; Forever Never Comes, Museo Archeologico della Maremma, 2017, Grosseto; Non amo che le rose che non colsi, Galleria Richter Fine Art, 2016, Roma; Asyndeton, Castello di Rivara, 2016, Rivara, To; L’Uomo, Il Suono, La Natura, Terravecchia, 2016, Campania; I Materiali della pittura, Il Frantoio, 2016, Capalbio; Iconologia Onirica, Galleria La Linea, 2015, Montalcino; The Grass Grows, Basel, 2014. Nel 2016 espone al Mac di Lissone in occasione del Premio Lissone.
Inaugurazione venerdì 6 settembre h17:30
Palazzo Storico Comunale di Montalcino


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Data e Ora
06/09/2019 / 17:30 - 20:00

Luogo
Palazzo Storico Comunale di Montalcino