La mostra affronta un viaggio introspettivo all’interno dell’ESSERE UMANO. Una narrazione degli aspetti emotivi dell’esistenza umana, cosi’ come delle alterne vicende della storia del pensiero filosofico occidentale. L’ uomo dell’antichità’ e’ dapprima SERVO di una Natura ( o Essenza Divina ) che tutto dispone, e alle cui regole e’ tenuto a soggiacere con il capo chino, con terrore e reverenziale e superstizione. A questo individuo, si sostituisce poi l’uomo del presente, che si trasforma in presuntuoso PADRONE della realtà’, con l’affermarsi della scienza e con il trionfo dell’autocrazia della ragione.In questa duale tensione, che sempre induce in errore il nostro essere-umano-emotivo, unica via salvifica e’ rappresentata dalla contemplazione del bello. Un futuro primitivo di armonia e bellezza al quale abbandonarsi.L’estasi che si sperimenta nel placido godimento dell’estetica e della fenomenologia naturale, induce l’uomo ad una liberazione quasi stoica dal bisogno di controllo della natura, che per secoli gli ha provocato frustrazione, paura e turbamenti. Ne’ davvero servi, ne’ davvero padroni..ma piuttosto LIBERI. Il percorso espositivo e’ interessato dallo svolgimento di questa astratta narrazione di ascesi intima ed interiore dell’essere umano. Nella prima sala troviamo la trasfigurazione della NATURA , POTENTE : madre e morte di ogni forma di vita. Nel corridoio attraversiamo una fase di passaggio dove si assiste ad una lenta antropomorfizzazione delle forme vegetali, alla forzatura razionalizzante della Natura. Nella seconda sala l’uomo colma di significati e razionalità’ ogni forma naturale. Satura l’atmosfera per completo con le proprie vacue certezze scientifiche…Cerca di ricondurre a se stesso tutto il creato. Esausto e sconfitto, esule, naufraga finalmente fino alla terza sala, dove finalmente gli viene offerto di fermarsi, osservare e godere di una nuova NATURA, MADRE E PRINCIPIO ISPIRATORE…MORTE RIGENERANTE E NON PIU’ OPPRESSIVA FALCE. Che ognuno si prenda del tempo e un proprio posto a sedere per regalarsi l’esperienza del Bello! (Stefania Sagliocco)
Durante i suoi viaggi ha approfondito il suo interesse per il disegno dal vivo e il paesaggio, sviluppando una peculiare attitudine per la raccolta di oggetti e carte abbandonati e lasciati in balia degli eventi, quali elementi altamente suggestivi per la sua ricerca attuale ispirata dall’osservazione della natura, dai processi di trasformazione e di evoluzione delle cose in relazione al trascorrere del tempo. Tra le mostre personali più recenti: Apparire, Galleria Richter Fine Art, Roma, 2019; C’è una volta, Galleria Richter Fine Art, 2017, Roma; In-finito, Galleria La Linea, 2016, Montalcino; Un sasso sul mare #2, Sala Santa Rita, 2016, Roma; Sinkhole, Galleria Ar- tothèque de Rome, Roma, 2013. Tra le mostre collettive più recenti: Sottobosco, Muzeul National de Arta, Cluj-Napoca.2018; It Was not me, Wonder-Liebert, 2018, Parigi; Forever Never Comes, Museo Archeologico della Maremma, 2017, Grosseto; Non amo che le rose che non colsi, Galleria Richter Fine Art, 2016, Roma; Asyndeton, Castello di Rivara, 2016, Rivara, To; L’Uomo, Il Suono, La Natura, Terravecchia, 2016, Campania; I Materiali della pittura, Il Frantoio, 2016, Capalbio; Iconologia Onirica, Galleria La Linea, 2015, Montalcino; The Grass Grows, Basel, 2014. Nel 2016 espone al Mac di Lissone in occasione del Premio Lissone.
Data e Ora
06/09/2019 / 17:30 - 20:00
Luogo
Palazzo Storico Comunale di Montalcino