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Emil Lukas | The End of Utopia

Dopo il grande consenso di critica e pubblico riscontrato dalla mostra The End of Utopia, inaugurata a Venezia lo scorso maggio, in concomitanza con la biennale, Studio la Città dedica ad Emil Lukas una mostra personale, negli spazi della galleria a Verona dal 12 ottobre al 18 novembre 2017.
Questa non sarà solo l’occasione per ammirare i suoi lavori più recenti, ma permetterà a coloro che non hanno avuto modo di visitare l’esposizione veneziana, di ripercorrere attraverso una serie di opere significative, l’esposizione allestita a Palazzo Flangini. Lukas è un artista che lavora con grande intensità e creatività sul concetto di gravità e modificazione naturale dei materiali che utilizza: è questo il caso dei piccoli gessi bianchi e dei più recenti Puddles. Ma la sua ricerca ‘gioca’ ora anche con la percezione individuale come nel caso della grande scultura impact lens e dell’ulteriore sviluppo di quella serie di lavori realizzati con la trama di fili colorati su telai – Curtain – che ora interagiscono con l’intuizione prospettica. La maggior parte dei lavori prodotti da
Emil Lukas ruota attorno ad un unico concetto base: cambiamenti impercettibili di un lavoro minuzioso generano grandi sfide percettive. Quello che l’occhio intuisce ad un primo sguardo è solo una delle sfaccettature che l’opera cela in realtà ad una visione più attenta.
Per citare un passo tratto dal testo di Luca Massimo Barbero, pubblicato sul catalogo della mostra The End of Utopia: l’agire esatto, quasi ossessivo, crea lo splendore effettivo della visione. Nel respiro della luce (causata dall’opacità e dal restringersi dello spazio libero) i Fili attraggono come luoghi di percezione, nuove soglie a cui tendere lo sguardo. In un tempo in cui tutto il guardare viene utilizzato solamente per “riconoscere” qui, insieme vi è molto da percorre e scoprire con lo sguardo.
Tra le novità, Lukas proporrà in mostra una nuova serie di Pillows. In queste piccole sculture in gesso, è la più piccola quantità di intonaco, aggiunto o sottratto allo stampo (in questo caso una borsa in plastica) a modificarne la forma o, per dirla con l’artista, la “postura” responsabile della “personalità del lavoro” e quindi della percezione che lo spettatore ha di esso. Oltre a questi, sarà di grande impatto visivo l’imponente scultura impact lens, formata da 650 tubi in alluminio assemblati tra loro in una sorta di gigantesca lente. Qui la parola chiave è gaze, ovvero sguardo: attraverso i tubi saldati uno di fianco all’altro, la scultura concava è quasi iridescente e permette una visione che si sposta a seconda dei movimenti dello spettatore, coinvolto attivamente nella fruizione dell’opera.

Emil Lukas nasce nel 1964 a Pittsburgh, Stati Uniti.
Gli sono state dedicate importanti mostre personali in musei quali The Aldrich Contem- porary Art Museum in Connecticut, The Weatherspoon Museum in North Carolina e The Pennsylvania Academy of Fine Arts di Philadelphia. I suoi lavori sono stati esposti in mostre collettive al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, al Museo di Arte Moderna e Contem- poranea di Trento e Rovereto e al The Drawing Center di New York. Le sue opere presenti in importanti collezioni sia private che pubbliche, quali le collezioni Benetton, Panza e Zegna in Italia, The Dakis Joannou Collection in Grecia, The Anderson Collection alla Stanford University in California, il Baltimore Museum of Art nel Maryland, il Crystal Bridges Museum of American Art in Arkansas, il Museum of Contemporary Art di San Diego, the Academy of Fine Arts Pennsylvania, la UBS Art Collection and the Weatherspoon Art Museum.
In Italia collabora con Studio la Città dall’inizio degli anni Novanta, con la prima personale nel 1993. Negli Stati Uniti è rappresentato dalla galleria Sperone Westwater di New York e da Hosfet Gallery di San Francisco.



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Data e Ora
12/10/2017 / 18:00 - 21:00

Luogo
Studio la Città