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Em) i!c, iCL . i

Domenica 20 novembre a Firenze Santo Ficara presenta la performance Em)  i!c,  iCL  . i

Essere al servizio dell’Arte. Muovere le proprie capacità con tenacia e passione. È racchiuso tutto qui lo spirito della performance Em)  i!c,  iCL  . i, nata per mettere a confronto modi diversi e complementari di vivere il contemporaneo. Sei discipline per otto artisti in uno spazio che diviene com-posizione di esistenze creative legate dalla loro stessa differenza. Ognuna delle parti è chiamata a interagire simultaneamente con l’altro, con tutti quanti gli altri, esprimendosi nel proprio personale linguaggio. Cogliendo il senso del fare Arte in comune, cresce così la simbiosi, lo scambio che arricchisce non soltanto chi si muove creando, ma anche chi semplicemente percepisce vedendo e ascoltando. Em)  i!c,  iCL  . i è una fucina di sperimentazioni dettate dall’istinto, improvvisazione potente in grado di trasformare la realtà in dimensione fantastica. Difficile descriverla, molto più facile scoprirla e viverla.

Chi

Luis Algado (Luigi Marchioni, testi e voce), Beatrice Pieroni Lubé (video art e scultura), Elisa Zuri (teatro sperimentale), Roberto Cagnoli e Marco Cencetti (NOW!, sonorità contemporanee), Giuseppe e Cristina Salerno (danza), Juri “Pilgrim” Pellegrini (sonorità contemporanee).

 

Spazio vuoto, punti di sospensione, nel bianco il nulla, l’inizio e la fine di tutto, la vita e la morte. Luce, silenzio assoluto impalpabile e ovattato, colore e bagliore, possibilità infinite. Bianco dei fogli e paura del gesto poi il timido balbettio che si fa sempre più forte, enfatico e ancora traccia e ritmo, disegno e pittura, colore e amore.

Lo spazio bianco azzera, cancella per ricominciare dal principio, è essenza e purezza, è anarchia e apertura. Le parole sono divise, le sillabe allontanate, il suono diventa armonia e bellezza nella diversità, il ritmo cambia, si aggiusta, è sincopato, dolce o sommesso, è difficoltà, è un accenno a un dolore remoto, è l’urlo nell’incubo.

Em)  i!c,  iCL  . i è lo spazio dove nuove situazioni possono accadere. Rivelare lo spazio bianco fra le parole e nelle parole è lasciare affiorare altri significati nascosti, è incontrare musica, gesti, colori, immagini, voci. Se facciamo spazio bianco, riusciamo a scorgere altre dimensioni occultate dal “fitto delle parole”, i confini si estendono, le frasi diventano spaziose, si spezzano e si perdono creando bianchi vuoti accettanti di tutto ciò che è diverso da noi.

Em)  i!c,  iCL  . i è il luogo non luogo, è un abbraccio che non costringe come quando allarghiamo le nostre braccia per accogliere l’altro.

Angela Rosi

 

 



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Data e Ora
20/11/2016 / 17:00 - 18:00

Luogo
Galleria Santo Ficara