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DIVISI/INVISI | escursus storico sul ritratto d’autore

 

Per ritratto  si considera,  in maniera universale,  ogni tipo di rappresentazione  di una persona nelle sue reali fattezze  o sembianze.   Uomini di ogni sorta,  appartenenti  a qualsiasi livello sociale,  sin dai secoli più remoti, hanno ritenuto opportuno,  in virtù di molteplici e personali motivazioni addotte, di lasciare una traccia di se stessi  attraverso  una riproduzione che noi  oggi,  per questioni di comodo,  definiamo artistica.

Nel corso del tempo, la ritrattistica è divenuta un vero e proprio genere che  non  è  mai tramontato, anche perché  si  è prestato  notevolmente  a qualsiasi  tipo  di tecnica: dalla pittura alla scultura e non ultima alla fotografia.

Per quanto il ritratto possa esser ritenuto una forma di rappresentazione  che risponde, appieno,  a pratiche meccaniche orientate verso la definizione imitativa della natura dell’uomo, essa ha di continuo risposto anche alla sensibilità dell’artista così come alla sua prassi squisitamente stilistica.

Queste due precipue motivazioni hanno poi consentito a qualsiasi ritrattista di effettuare ulteriori e singolari sviluppi da condurre  anche nel campo dell’investigazione fisionomica e dell’indagine introspettiva,  facendo emergere,  in seguito,  pure un modello di produzione innovativa innestata  su altre matrici compositive od iconografiche.

La fortuna di questo tipo di pittura è da ritenersi sconfinata anche per quanto concerne la produzione d’età contemporanea,  tanto  che  è riuscita  a trovare spazio  in  qualsiasi  elaborazione  afferente ai più attuali e singolari linguaggi visivi.

Al riguardo, la mostra Divisi/Invisi è da considerarsi un interessante appuntamento con il genere  suddetto, ma soprattutto con le dinamiche creative messe in campo dagli autori Ciraci, De Curtis e Spataro.

I visi di Antonio Ciraci hanno un’origine a dir poco antica e la loro definizione pittorica è da ricercare nei meandri di un passato tanto lontano e che non attende altro di esser riscoperto  secondo  formule e matrici espressionistiche contemporanee;  a monte,  è  poi  la notevole  valenza cultuale  dei soggetti, che affonda le proprie radici nei miti del territorio partenopeo.

Nei suoi dipinti  è  esibita un tipo  di ritrattistica  in cui  si evidenziano non pochi topoi figurativi,  la cui natura rimanda a segni tribali, riferibili, a loro volta, a grafismi cari a una non misconosciuta cultura subway degli anni Ottanta del secolo scorso. Nella loro complessità, le opere di Ciraci sono connaturate dall’elaborazione di una tecnica mista da cui emerge una forte matericità delle componenti cromatiche.

I ritratti di  Salvatore De Curtis sono caratterizzati da una vena poetica di tipo espressionista.  I suoi volti emergono attraverso  brevi,  ma intense, pennellate che, a loro volta, si avvalgono di una  tavolozza connaturata dall’impiego di pochi colori. La resa dei suoi dipinti è, appunto, affidata  all’espressione, alla manifestazione della  dimensione onirica che trapela dai soggetti raffigurati; i suoi volti sono, inoltre, dotati di una forza introspettiva senza eguali che tende ad uscire liberamente, dal proprio quadro, con tutto il suo sgomento e con l’istintivo desiderio di celebrare  un qualsiasi sentimento interiore, non sempre percepibile anche agli occhi del più acuto osservatore.

I volti dipinti da  Sergio Spataro svelano una verità disarmante: quella di una natura umana che va oltre le apparenze.  Nei   suoi  lavori  è  percepibile  il  principio  teorico  che  è  alla base della  fisio-gnomica dalla fisionomia della realtà. Sergio conduce la propria ricerca pittorica partendo dalla pratica  dicotomica  dell’osservazione/deduzione  della  natura circostante,  intesa  in  tutta la  sua totalità. Non è esente in tutto il suo operato una gioiosa proiezione barocca, tendente alla manifestazione della meraviglia più pura, quella che sortisce attraverso l’inaspettata sorpresa,  la  cui  magia riporta ai ricordi sbiaditi di una gioventù già trascorsa.

Luigi Fusco

 

Breve  nota aggiuntiva:

L’escursus sul ritratto, oggetto della presente mostra, vede la presenza anche di due ritratti eseguiti,  intorno alla metà  del secolo scorso,  da due  affermati autori  di scuola napoletana,  Enrico Cajati e Luigi Crisconio, le cui opere sono state gentilmente rese disponibili dal collezionista Amedeo Clarizia.

Enrico Cajati nasce a Napoli nel 1927 e scompare nel 2002.

Luigi Crisconio nasce a Napoli nel 1893, muore a Portici (NA) nel 1946.

DIVISI/INVISI
escursus storico sul ritratto d’autore
a cura di Fedela Procaccini
contributo critico di Luigi Fusco

Dal 13 al 21 gennaio 2017

Salvatore Serio galleria d’arte, via Guglielmo Oberdan 8, Napoli.

Vernissage venerdì 13 gennaio 2017, ore 18:00

Orari di apertura: dal lunedì al sabato 10:30/13:00 – 16:30/19:30



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Data e Ora
13/01/2017 / 18:00 - 19:30

Luogo
Salvatore Serio galleria d'arte