Per lungo tempo l’uomo non ha fatto alcuna distinzione tra i punti cardinali e i venti che da quelle direzioni spiravano. Non si sa con esattezza quando e perché il nostro senso di orientamento geografico venne associato ai venti. Furono probabilmente le prime popolazioni agricole, attente alla pioggia e alla temperatura per la buona riuscita delle loro colture, a notarne le differenze qualitative – alcuni umidi, altri secchi, alcuni caldi, altri freddi – e che queste differenze dipendevano dalla direzione da cui soffiava il vento. Nomi che indicavano i diversi punti dell’orizzonte cominciarono ad essere usati per riferirsi ai venti, anche assegnando a ciascuno di essi un nome proprio, che nulla aveva a che fare con la posizione dell’osservatore. I marinai quando si trovavano in mare, lontani da punti di riferimento stabili, erano comunque capaci di riconoscere un particolare vento dalle sue caratteristiche, e lo appellavano con un nome a loro familiare, Tramontana, Levante, Ostro, Ponente.
Quando viaggio verso nord, la mia fede nuziale si trova al dito della mano rivolta a occidente. Quando mi muovo verso ovest, sta a meridione.
Quando vado a sud, a oriente. Quando mi sposto a est, a settentrione. Vi sono lingue che non hanno parole per destra e sinistra, ed è soltanto la relazione continua e assoluta col mondo a fare in modo che chi parla queste lingue sia sempre orientato, perché altrimenti esse perdono la capacità di comunicare i fatti, gli eventi più elementari.
Così è anche per noi, solo grazie a uno scopo possiamo trovare noi stessi, smarriti in chissà quale punto geografico Il fatto di essere orientati non è una consapevolezza costante determinata da necessità linguistiche come per i nativi warlpiri, wintu o tzeltal, piuttosto è qualcosa che si situa all’esterno della nostra immediata coscienza, qualcosa di mediato, quasi su richiesta, come una tecnologia distinta da noi. In questo modo possiamo pensare all’orientamento come a un materiale suscettibile di essere raccolto, messo insieme.
Se stai leggendo questo foglio su uno smartphone dotato di bussola, il tuo orientamento verrà registrato una volta al secondo – materiale archiviato in un database di cui ho il controllo. Osserva la direzione verso cui sei rivolto adesso. È cambiata da quando hai cominciato a muoverti attraverso il testo, leggendo da sinistra a destra?
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra/ne avrò letti solo alcuni/quelli che continuo a leggere nella memoria,/a leggere e a trasformare./Dal sud, dall’est, dall’ovest, dal nord/convergono i cammini che mi hanno portato nel mio segreto centro. [Jorge Luis Borges, Elogio de la sombra, 1969; edizione italiana, Einaudi, 2007]
Non tutti i segreti sono informazioni che qualcuno vuole tenere celate. Alcuni segreti sono informazioni che stanno nel mondo, però inaccessibili.
Data e Ora
15/09/2016 / 10:00 - 19:00
Luogo
VEDA