T293 presenta una mostra-racconto che narra la sensibilità sviluppata nel lungo percorso
artistico di Cuoghi Corsello, duo artistico formato da Monica Cuoghi (Mantova, 1965) e
Claudio Corsello (Bologna, 1964), attivo nel capoluogo emiliano da più di trent’anni. Il loro
sodalizio artistico germina tra le aule dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna nella
seconda metà degli anni ’80. Attingendo dal mondo del reale, della vita, della musica, del
costume e della comunicazione, danno vita ad una pratica artistico-concettuale che
costituisce un unicum nel panorama dell’arte contemporanea internazionale. La mostra a
Roma è un viaggio immaginario attraverso mondi misteriosi, sentieri enigmatici e storie
paradossali; si dipana come un fil rouge che accompagna lo spettatore nel poetico mondo dei
due artisti attraverso la presentazione di composizioni del passato e lavori più recenti. Il
racconto parte dai luoghi occupati da Cuoghi Corsello negli anni e che sono allo stesso
tempo loro casa, atelier e museo, rappresentazione di un concetto ideologico, di un atto
artistico di riappropriazione dello spazio della città, del quale prendersi cura e in cui
coltivare la bellezza.
‘Sala Conferenza’, 2002 è una grande installazione di sedie della sala conferenze della FIAT, la
terza delle fabbriche occupate (2001 – 2005), e rappresenta il nucleo centrale del racconto. Le
sedie composte e ricomposte, come tutto il resto degli oggetti presenti nei vasti spazi,
formano curve, disegni e prospettive sempre differenti, intersecandosi e a volte
accomunandosi con gli altri oggetti. Altro spostamento avviene con ‘Quadrupede divelto’,
2015 che, dopo alcune peripezie e alterazioni, ritrova in galleria nuova vita e rinasce a partire
dalla lacerazione di una parte della moquette avvenuta durante una mostra. Queste presenze
si animano con il tempo interpretando ruoli e avventure e, ispessendosi, diventano più
potenti, archetipi muti o parlanti che vanno a comporre lavori inediti. L’uso degli oggetti è
un bisogno che gli artisti manifestano sin dal principio: non vi è una vera distinzione o
separazione tra quelli trovati, quelli commissionati ad artigiani, quelli artefatti, ognuno ha
uno spirito proprio che s’inserisce in dialoghi con gli altri. Nel loro crogiolo, gli oggetti
raccontano equilibri e rapporti come fiabe che mutano nel tempo per rimanere vive. ‘Vestito
stagionato all’aperto per 8 anni’, 2014, è un abito, comprato per la sua bellezza ma mai
indossato, lasciato all’esterno come testimone di un’assenza corporea, protesi orfana del suo
ospite che vive l’accidentalità del tempo e degli eventi meteorologici.
‘Pinocchio’, 1996-2001 è un’opera nata a Cime Tempestose, la seconda fabbrica occupata, che
ha trovato la sistemazione ideale nel 2001 alla FIAT. Si tratta di una piccola scultura di
plastica raffigurante Pinocchio che tiene in braccio un gattino, insieme naufraghi. Posto al
centro di un box per bambini anni ‘70 con la rete intorno che sostiene due remi in essa
incastrati, Pinocchio ha uno sguardo combattuto tra lo smarrimento e la fiducia di salvare se
stesso e il gattino.
‘Uncino’, 2018 è lavoro più recente, formato da tubi di neon rotti, fatti saldare e rivivere con il
gas nobile Argon. L’alternanza tra passato e presente, così come tra la freddezza compositiva
e il calore espressivo, appaiono decantare in un’unica forma.
Salvare pezzi, assemblarli, conferendo loro altra vita, prelevare lo scarto e comporre diverse
scene per esso, sono da sempre azioni fondamentali e necessarie che caratterizzano la poetica
dei due artisti. E così ‘Mutandine’, 2016 e ‘Quadrupede astratto’, 2016 sono due dipinti su
moquette per alberghi trasformati in collage, per dare senso della materialità astratta della
pittura che si posa su decorazioni pensate originariamente per altro.
Cuoghi Corsello
MCCC
16 febbraio – 14 marzo, 2019
T293
Via Ripense, 6
T. +39 06 8982 5614
t293.it
Data e Ora
16/02/2019 / Tutto il giorno
Luogo
T-293