Le pubblicazioni scientifiche e i notiziari spesso discutono i fini delle azioni umane, i cui effetti spesso non corrispondono alle intenzioni originarie.
Si tratti di migliorare le proprie condizioni di vita oppure di ottimizzare l’approvvigionamento di beni e materiali più vari, gli esseri umani hanno (in)volontariamente danneggiato gli ecosistemi, ma hanno acquisito consapevolezza del progressivo impoverimento delle risorse esistenti. Questa situazione ha
dato origine a politiche protezioniste ma anche ad operazioni più preoccupanti, non esclusi interventi militari in Paesi stranieri, che hanno procurato danni irreparabili, aggravando l’immigrazione, la “terzomondializzazione” del Primo Mondo e l’uguaglianza globalmente considerata. Le regioni periferiche fanno gola e ci si può chiedere quali sono ormai le alternative che sono rimaste loro a disposizione. La marcia del progress avanza tra grandi difficoltà: le richieste economiche sono raddoppiate a causa di un’inarrestabile crescita demografica, mentre le trasformazioni scientifiche e tecnologiche di maggiore portata hanno peggiorato lo stato di desolazione del mondo naturale. La natura è la nostra fonte di vita e sta ora rivoltandosi contro di noi dispiegando tutta la sua potenza. Benché quelle operazioni siano antiche come la storia dell’uomo, è solo in tempi recenti che si è sentito il bisogno di riflettere sulle loro conseguenze. A tal fine, per illustrare le loro preoccupazioni, le loro verità ed utopie, che possono essere una forte ispirazione a immaginare un futuro migliore,gli artisti hanno cominciato a far proprie delle metodologie acquisite da altri settori.
Entorno aleccionador (A Cautionary Environment) scondivide l’idea che le azioni dei singoli siano rilevanti per tutti noi e abbiano ricadute su luoghi e ambiti diversi. Questo progetto comprende lavori interdisciplinari nonché dipinti e installazioni. Queste opere ci impartiscono numerose lezioni sull’ambiente, mostrandoci quanto è stato tolto alla natura per realizzare un’opera d’arte, rappresentando dei bunker disseminati nel paesaggio come allegorie di minacce occulte; smascherando la falsa credenza che il mondo esterno, con tutte le sue strutture e logiche interne, possa essere facilmente manipolato dall’uomo; ritornando su luoghi che sono stati simbolicamente importanti per il progresso degli ideali sociali, così da poter ripensare globalmente le politiche sociali del nostro presente. A Cautionary Environment riunisce insieme installazioni, dipinti e opere interdisciplinari su temi allegorici contemporanei. Gli artisti invitati a esporre e cioè Alejandro Campins, Ariamna Contino, Alex Hernández, e Eugenio Tibaldi discutono le relazioni tra uomo e ambiente. Campins lo fa ritraendo degli spazi disseminati da bunker che simboleggiano minacce occulte. Ariamna riflette su come le risorse ambientali hanno contribuito allo sviluppo del genere umano e suggerisce di restituire quanto è stato preso dalla natura per la creazione dell’opera d’arte. Alex è determinato a sfruttare il più possibile lo spazio e, nel far ciò, scopre che l’umana intelligenza ha nel mondo naturale un potente avversario. Tibaldi, infine, si concentra su luoghi simbolici in cui sono stati portati avanti degli ideali sociali.
Padiglione della Repubblica di Cuba
Commissario:
Norma Rodríguez Derivet
Curatore:
Margarita Sánchez Prieto
11 Maggio – 24 Novembre, 2019
Sede: Isola di San Servolo, Venezia
Inaugurazione del Padiglione: venerdì 10 maggio, ore 18
Partecipanti:
Alejandro Campins
Ariamna Contino
Alex Hernández
Eugenio Tibaldi
Orari:
Da martedì a domenica, dalle 11,00 alle 16,00
Chiuso il lunedì
(a eccezione del 13 maggio, il 2 settembre e il 18 novembre 2019)
Apertura del Padiglione:
8, 9, 10 maggio, dalle 11,00 alle 19,00
Data e Ora
10/05/2019 / 18:00 - 21:00
Luogo
Padiglione della Repubblica di Cuba