In occasione della mostra Matera Imagined / Matera Immaginata l’American Academy in Rome ospita una conversazione tra il fotografo Mario Cresci e Roberta Valtorta, fondatrice e direttrice, dal 2004 al 2015, del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano.
Partendo dalle due opere di Cresci esposte nella mostra, la curatrice si confronterà con l’artista sul suo lavoro, sul linguaggio fotografico e sul ruolo chiave che esso ha giocato nel ridefinire il paesaggio italiano dagli anni ’70 a oggi.
“Nessun altro artista come Mario Cresci si è dedicato a Matera come laboratorio nel quale usare la fotografia per elaborare nuove idee sulla vita del passato. Originario di Chiavari, vicino Genova, Cresci visita la Basilicata per la prima volta nel 1967, con un gruppo di ricerca urbanistica, Il Politecnico, che sta sviluppando un nuovo piano regolatore per Tricarico. […] Dopo un breve periodo a Roma, in cui frequenta artisti affiliati al movimento dell’Arte Povera che, come lui, sperimentano tecniche e materiali alternativi, Cresci si trasferisce a Matera nel 1974. Sul modello dell’apprendimento interdisciplinare avanzato dal Bauhaus negli anni ’30, Cresci intraprende quella che diverrà una collaborazione ventennale con agricoltori, artigiani e studenti locali per analizzare, attraverso la fotografia, i materiali e gli oggetti che hanno definito Matera, come cultura e come luogo. Lo scopo non è solo imparare gli usi, le tradizioni, i luoghi fisici circostanti che distinguono Matera—e per estensione l’Italia meridionale—ma, piuttosto, ricollocare il Mezzogiorno come avanguardia del design italiano contemporaneo.
L’Angelo della festa, Matera (1979) esemplifica le “misurazioni”, la tecnica sviluppata da Cresci in questo periodo per penetrare nella storia e nella tradizione locali fotografando gli oggetti. Il procedimento fa leva sulle caratteristiche della fotografia, quali l’inquadratura e la propensione a rappresentare soggetti attraverso una serie di immagini, per veicolare una nuova forma di antropologia visiva. Un oggetto come un angelo di cartapesta viene prima fotografato contestualmente, nell’ambiente in cui è usato o nelle mani della persona che lo ha usato o lo ha creato, poi viene fotografato in studio su sfondo nero, da una serie di prospettive diverse, ponendo l’attenzione sulla sua fisicità, sulla superficie, su dettagli non visibili prima: i ricci dei capelli dell’angelo, le pieghe della veste, i frammenti (il tronco, le braccia, le ali) di cui l’icona si compone.
Attraverso queste serie fotografiche, gli oggetti rivelano i ricordi delle persone che li hanno creati e che con loro hanno interagito, chi ha celebrato la famosa Festa della Bruna materese anno dopo anno, chi ha studiato la tecnica della cartapesta di generazione in generazione in tutto il Sud Italia. Proprio come il trittico Rotazioni ci sprona a cambiare la nostra prospettiva su un paesaggio che pensiamo di aver visto più e più volte, il ritratto dell’angelo sfida le nostre idee sulla religione, sull’artigianato e sui costumi rurali.”Lindsay Harris, testo estratto dal catalogo della mostra.
Data e Ora
21/11/2017 / 18:15 - 21:15
Luogo
American Academy in Rome