ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti prosegue la propria attività e presenta per la stagione estiva due nuovi progetti espositivi che offrono un’originale visione delle tendenze attuali nel campo della ceramica d’arte in Gran Bretagna: Equivalenze (Equivalence) – new work by Julian Staire Verso Nuovi Canoni (Towards New Canons) – ceramics and contemporary art in Great Britain.
Entrambe le mostre saranno aperte liberamente al pubblico da venerdì 21 giugno a domenica 15 settembre 2019, sempre su appuntamento (tel. +39 375 5324806).
L’intero progetto espositivo segna l’avvio di un percorso, intitolato Ceramics, con cui ICA Milano intende indagare l’utilizzo della ceramica come medium artistico, attraverso una selezione di ricerche che dal Novecento raggiungono la contemporaneità, riconfermando la volontà di mettere in scena le principali urgenze della ricerca artistica attuale nel segno dell’apertura al grande pubblico.
Equivalenze (Equivalence) – new work by Julian Stair
Equivalenze (Equivalence) è il progetto più recente di Julian Stair (Gran Bretagna, 1955) e propone una riflessione sulla funzionalità del contenitore in ceramica attraverso il contrasto tra la sua dimensione reale, esperita quotidianamente, e il suo ingrandimento di scala. Il titolo della mostra sottolinea la relazione dinamica tra le differenti qualità formali dell’oggetto, inteso nella sua purezza di archetipo. Il percorso espositivo, dislocato al piano terra di ICA, accosta, infatti, ceramiche di estrazione domestica di grande formato – simili a vasi e brocche – a un numero equivalente di opere in formato minore, sorrette da mensole a parete. L’artista spiega così questa scelta: “Aumentando le dimensioni, cambiano il contesto e la percezione di forme ceramiche molto familiari; la ricontestualizzazione di questi oggetti esclude la possibilità di un loro utilizzo, li rende inutili, e consente di considerarli in modo differente. Si presentano nella purezza di forme scultoree, che a loro volta portano a una nuova comprensione dei loro equivalenti più piccoli in mostra”. La ricerca di Julian Stair ruota attorno alla funzionalità dell’oggetto “vaso”, il cui utilizzo in ambito domestico comporta un’esperienza multisensoriale. Determina infatti un coinvolgimento non solo della vista ma anche dell’olfatto e del gusto, nel momento in cui diventa contenitore di caffè per esempio, ma anche del senso del tatto, entrando in relazione con differenti superfici. Con questa mostra Stair si concentra sulla dimensione visiva dell’oggetto per indagarne l’aspetto formale riconducendolo all’idea archetipica di vaso: “la mia inclinazione come artista, la mia sensibilità, è cercare di creare forme che riescano ad abbinare le idee a un’essenza”, spiega.
In questo senso, in linea con la ricerca portata avanti dall’artista sulle ceramiche funzionali realizzate a mano e sul loro ruolo nella società, nell’arte e nella cultura di oggi, sceglie di sottolinearne la forma pura e astratta, al di fuori del contesto sociale di utilizzo.
Julian Stair (1955, Gran Bretagna) è considerato uno dei maggiori ceramisti del Regno Unito. A partire dal 1982 ha partecipato a mostre di livello internazionale e le sue opere sono presenti in più di 30 collezioni pubbliche, tra le quali V&A, British Museum, American Museum of Art & Design, Mashiko Museum of Ceramic Art, Museum Boijmans van Beuningen, Kolumba Museum. Tra le sue mostre personali più recenti Quietus: The Vessel, Death and the Human Body, (mima, NMW Cardiff, Winchester Cathedral, Somerset House, Londra, 2012-14), Quotidian (Corvi-Mora Gallery, Londra, 2014-15) ed Equivalence (Corvi-Mora Gallery, Londra, 2018). Da riti di passaggio al gesto quotidiano del tocco di una tazza, il lavoro di Stair celebra le dinamiche di utilizzo della ceramica e il modo in cui essa permea l’esperienza umana, diventandone parte integrante.
A partire dall’antropomorfismo del contenitore fino alla funzione che essa ricopre in svariati contesti sociali, la ceramica si rivela come oggetto animato da una multimodalità, offrendo sempre un coinvolgimento a livello multisensoriale. Le opere di Star passano dal domestico al monumentale, dallo studio alla fabbrica di laterizi. Mettendo in discussione il consumo di arte istituzionalizzato, il suo lavoro elabora invece ciò che il filosofo pragmatista John Dewey ha descritto come la capacità dell’arte di offrire “una completa compenetrazione di sé e del mondo degli oggetti e degli eventi”.
Julian Stair è anche uno dei principali storici inglesi della ceramica e collabora regolarmente con varie testate di settore
Verso Nuovi Canoni (Towards New Canons) – ceramics and contemporary art in Great Britain
Verso Nuovi Canoni (Towards New Canons) è una mostra collettiva di sei artisti britannici contemporanei a cura di Tommaso Corvi-Mora (Italia, 1969), che presenta le sue opere in relazione a quelle di altri artisti che hanno scelto la ceramica come medium privilegiato: Sam Bakewell (Gran Bretagna, 1983), Lubna Chowdhary (Tanzania, 1964), Bethan Lloyd Worthington (Gran Bretagna, 1982), Matthew Raw (Gran Bretagna, 1984) e Matthew Warner (Gran Bretagna, 1989). Il percorso espositivo, dislocato negli ambienti al primo piano di ICA, testimonia la complessità e la vivacità di differenti approcci alla scultura ceramica, accostando opere e pratiche artistiche molto diverse tra loro: gli esperimenti condotti da Bakewell con l’impasto di porcellana Parian, trasformata in piccoli plinti colorati che suggeriscono utopici paesaggi urbani; le opere a parete di Chowdhary che rimandano al contempo al mondo naturale e a skyline futuristici; l’indagine di Corvi-Mora stesso sul ruolo commemorativo e celebrativo del contenitore, condotta attraverso sculture che riflettono sulle migrazioni e i pregiudizi razziali; le ceramiche realizzate in grès porcellanato smaltato da Lloyd Worthington, che apportano una dimensione spirituale e filosofica alla fisicità dell’oggetto; l’esplorazione di Raw delle proprietà fisiche della terracotta, trattata con lo smalto a dello stile bugnato; i vasi neri con coperchio in stile neoclassico meticolosamente realizzati da Warner. Un dialogo, dunque, tra sei voci della ceramica d’arte contemporanea che pone in relazione ispirazioni arcaiche e visioni futuristiche, predominanza formale e valore funzionale, interesse filosofico e approccio estetico, sulla base di una comune matrice determinata dall’esperienza e da un rapporto di amicizia e stima reciproca. Come scrive Tanya Harrods nel testo di presentazione: “tutti creano nuova arte interrogando vecchie conoscenze e vecchi materiali. Attingono dalla preistoria, dal mondo preindustriale e industriale e dal lontano presente di culture extra-europee. Forse è l’arcaismo che ha portato questi sei artisti trattare l’argilla. Nella manipolazione dell’argilla, come ha osservato Sam Bakewell, si scoprono alcune verità che sembrano essere vicine alla materia prima della percezione”.
Da venerdì 21 giugno a domenica 15 settembre 2019
Opening: giovedì 20 giugno 2019, dalle 18.30
ICA MILANO | Istituto Contemporaneo per le Arti
Via Orobia 26, 20139 Milano
office@icamilano.it | www.icamilano.it
ORARI:
Dal giovedì alla domenica dalle 12 alle 20
Visite su appuntamento: +39 375 5324806
Data e Ora
20/06/2019 / 18:30 - 21:00
Luogo
ICA MILANO | Istituto Contemporaneo per le Arti