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Cave Canes

Fra i dipinti della grotta di Lascaux e certe opere di Damien Hirst e Maurizio Cattelan intercorrono circa 17.000 anni, e tuttavia un comune filo conduttore le lega indissolubilmente: il ruolo centrale occupato dagli animali nell’immaginario degli artisti.

Certo, fra l’uomo del Paleolitico e quello di oggi sussistono enormi differenze in quanto ad abitudini e stili di vita, e ciò non di meno il potere di fascinazione esercitato dagli animali, la capacità evocativa, la forza simbolica e la rilevanza semiotica, insite nelle loro rappresentazioni, paiono essere del tutto uguali per entrambi, come se un abisso di tempo non stesse fattivamente a separarli. Pressoché inalterate sono infatti le potenzialità espressive e narrative rilevabili – ancor oggi – nelle opere d’arte che raffigurano animali; ed altrettanto intonsa appare la loro attitudine a rappresentare fedelmente le proiezioni dell’Ego artistico, nonché ad incarnare – mutatis mutandis in rapporto ai differenti periodi storici – lo “hic et nunc”, e dunque le specifiche declinazioni dello “spirito del tempo”. Ne consegue una analoga pregnanza visuale dei bestiari contemporanei rispetto a quelli di altri tempi (e ciò a prescindere dal grado di iconicità e quindi dal livello di naturalismo delle immagini attuali) e una pari vigoria della penetranza emozionale ed affettiva delle imagerie zoomorfe più recenti (pur non essendo tali raffigurazioni circonfuse di un medesimo alone di sacro o di mistero, come in antiquo), a conferma di un incorrotto (seppur aggiornato) potere di innesco di meccanismi simpatetici di identificazione negli osservatori più partecipi.

Stesse considerazioni si potrebbero fare in ambito letterario (infinito il numero di esempi cui far riferimento) e nel più recente contesto della cinematografia (basti pensare all’universo disneyano), a dimostrazione di come – ancor oggi – l’attribuzione di senso all’essere ed esistere operata dagli umani non possa in molti casi prescindere dall’inesauribile armamentario allegorico offerto dal mondo animale.

Da queste premesse muove dunque Cave canes, storie di cani gatti ed altri animali; una mostra collettiva di grafica pittura e scultura che ribadisce l’immutato interesse degli artisti contemporanei per le suggestioni animalistiche, testimoniando della forza catalitica con cui gli animali continuano ad agire in termini di innesco dei processi di fabulazione visuale.

Ventuno, per l’esattezza, i partecipanti a questa esposizioneRosario Amato, Guido Baragli, Gai Candido, Ilaria Caputo, Gaetano Costa, Nicolò D’Alessandro, Giuseppe Fell, Beatrice Feo Filangeri, Roberto Fontana, Anna Kennel, Mario Lo Coco, Giuseppe Madaudo, Paolo Madonia, Daniele Messineo, Vincenzo Piazza, Nicola Pucci, Guido Quadrio, Ignazio Schifano, Tino Signorini, Bice Triolo, Salvo Catania Zingali –, tutti abitualmente dediti a raffigurazioni di animali e quindi in grado di offrire, con le loro peculiarità tecnico-linguistiche, un variegato ed esauriente panorama di declinazioni sul tema in esame. Diversi gli strumenti lessicali – dal naturalismo più manifesto a forme palesemente allusive e simboliche, fino agli sconfinamenti nell’ineffabilità informale – e non meno difformi i registri narrativi – dall’ironia al pathos, dall’intimismo al mistero, dallo humour nero ai toni favolistici –, affiancati a comporre un articolato caleidoscopio di irretenti racconti per immagini.

La mostra, ideata e curata da Salvo Ferlito in collaborazione con Laura Boscia, Francesca Del Grosso e Monica Schiera, sarà visibile fino al 14 maggio.

Orari d’apertura : martedì- sabato

10.00- 12.30 /17 alle 19.30.

In occasione dell’inaugurazione verrà presentato un volume di scritti del curatore che fungerà anche da catalogo dell’esposizione. 

CAVE CANES

storie di cani, gatti ed altri animali

Mostra collettiva di grafica, pittura e scultura

Opening  giovedì 28 aprile ore 19.00

BOBEZ

Via Isidoro La Lumia 22 (Palermo)



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Data e Ora
28/04/2016 / 19:00 - 22:00

Luogo
Bobez