Ha arredato come un grande palazzo la sala di attesa di una stazione di polizia a Gent, ha proposto un padiglione albanese clandestino alla Biennale di Venezia, ha utilizzato la stazione di Ljubljana come fosse una Borsa in cui al posto delle azioni si vendono desideri e speranze delle persone, è Sislej Xhafa artista che trae ispirazione dalla complessità delle relazioni sociali cui il MAXXI dedica la mostra BENVENUTO! Sislej Xhafa a cura di Hou Hanru e Luigia Lonardelli dal 2 giugno al 2 ottobre 2016.
L’esposizione comprende circa 30 opere, di cui una realizzata dall’artista per la mostra e pensata in relazione agli spazi del museo, che abbracciano tutto l’arco della sua produzione dagli anni Novanta fino ad oggi, restituendo le sfaccettature della sua produzione artistica, che trae ispirazione dalle contraddizioni della realtà contemporanea.
La mostra prende il titolo dalla grande installazione realizzata dall’artista nel 2000, nell’ambito del progetto Arte all’Arte, sulle colline di Casole d’Elsa nel senese: una gigantesca scritta Benvenuto, un invito all’apertura, all’accoglienza degli altri intesa come un necessario, inevitabile progresso che nel tempo porti a un cambiamento sociale e culturale.
Questo lavoro insieme ai molti altri in mostra, evidenzia dunque temi drammaticamente attuali come la coesistenza pacifica di culture e religioni e la ridefinizione del concetto di migrante in un mondo globale.
Allestita negli spazi della Galleria 2 del MAXXI, BENVENUTO! Sislej Xhafa comprende opere molto diverse tra loro, scelte dai curatori insieme all’artista, con un allestimento che non segue un ordine cronologico, ma alterna ampi spazi semivuoti ad altri in cui le opere vengono accostate in modo serrato, con un ritmo sincopato che in parte restituisce l’identità stratificata dell’artista.
I temi che l’artista affronta, spesso legati al suo vissuto, sono quelli dell’identità, la nazionalità, le migrazioni, la legalità, le istituzioni, ogni volta affrontati con toni che vanno dall’ironico al sovversivo, e facendo ricorso alle tecniche più disparate.
Tra le opere esposte Association in yellow (2005) una giacca oversize su cui è stampato l’elenco degli avvocati di New York preso dalle Pagine Gialle, lavoro che critica la rappresentazione del potere tentando di umanizzarlo.
Beh-Rang (2004) un video girato a Kabul con una bicicletta che brucia che è un chiaro riferimento alla poetica della violenza e Giuseppe (2003 – 2007) una scultura in marmo nero che riproduce Garibaldi con una busta di plastica e alcune zollette di zucchero in mano: una riflessione sul concetto di eroe moderno, sul tema dell’identità e sull’idea contemporanea di monumento celebrativo.
E ancora This Call May Be Recorded For Quality Service (2012) in cui l’artista recupera circa 2400 cellulari di vecchia generazione, che vengono utilizzati come tasselli di un mosaico che va a comporre il simbolo dello Yin e lo Yang in rosso e nero.
Sunshade (2011) un ombrellone da spiaggia piantato nel muro sulla cui asta sono appoggiati dei vestiti usati, è il simbolo spiazzante di una terra promessa, una riflessione nello stesso tempo poetica e amara sul tema della migrazione.
In mostra anche My Garden (2011 – 2016) che vede sparsi sul pavimento del museo pezzi di carta, buste, bottiglie vuote, posate di plastica, oggetti comunemente considerati immondizia, che nell’immaginario dell’artista diventano un giardino dall’estetica ribaltata rispetto alla tradizione. Sempre sulla stessa linea formale anche Paradiso (2003), allestita sulla piazza del museo, in cui un tavolo di plastica con quattro sedie e un ombrellone sotto la scritta al neon “Paradiso” creano uno strano contrasto di immaginari.
BENVENUTO! Sislej Xhafa è un viaggio visivo attraverso le complessità del mondo contemporaneo, in cui ogni opera spinge lo spettatore a riflettere, sia sul piano personale che sociale e collettivo, sui fenomeni sociali, economici e politici del nostro mondo.
In occasione del primo giorno di apertura della mostra, giovedì 2 giugno alle ore 18.00 nella Galleria 1 del MAXXI (ingresso con il biglietto del museo) si terrà la performance dal titolo Again and Again.
Un’azione pensata dall’artista che coinvolge l’Orchestra d’archi Roma Sinfonietta e che come altri suoi lavori gioca sullo scardinamento dei valori tradizionali e sul ribaltamento della percezione.
In occasione della mostra il MAXXI presenta CLANDESTINI. Oltre le frontiere dell’arte un ciclo di tre Lectio Magistralis tenute da filosofi, antropologi e sociologi, per riflettere sul significato ed il valore di temi di attualità e in continua ridefinizione come l’identità, l’accoglienza, la globalizzazione, le frontiere, l’integrazione e il ruolo dell’arte.
Sislej Xhafa è nato nel 1970 a Pejë (Kosova). L’artista abbandona ventenne il paese natale per trasferirsi in Europa. La sua formazione artistica si svolge in Italia dove studia presso l’Accademia di belle arti a Firenze. Tappa seguente del suo itinerario è New York, che sceglie «per le sue contraddizioni e le sue incertezze», e dove risiede stabilmente dall’inizio degli anni Duemila. Xhafa ha esposto in alcuni dei principali musei di arte contemporanea del mondo fra cui: Kanazawa, Toronto, Istanbul, Francoforte, Roma, Tokyo, Londra, Amsterdam, Barcellona, Parigi, New York. Ha partecipato alle Biennali di Venezia (1997, 1999, 2005, 2013), Istanbul (2001), Gwangju (2002) e l’Havana (2009). Fra i riconoscimenti ricevuti il primo Premio Querini Stampalia – Furla per la giovane arte italiana nel 2000 assegnatogli in considerazione del suo rapporto con il paese che lo ha accolto negli anni della formazione.
La mostra è stata realizzata grazie al supporto di Galleria Continua, San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana
Data e Ora
02/06/2016 / 18:00 - 21:00
Luogo
MAXXI