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Attraverso Parole

 

La Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte di Catania (S.G.La Punta) e la Galleria Michela Rizzo di Venezia – a due anni dalla prima collaborazione, avviata nel 2014, con la mostra Segni di Memoria e Pace a cura di Giorgio Agnisola – rinsaldano il loro sodalizio lavorativo con una nuova collettiva Attraverso Parole a cura di Giuseppina Radice che verrà inaugurata, insieme alla presentazione del libro di poesie inedite di Elena La Verde “Abbracciare il tempo. 1951 – 2012”, con testo critico introduttivo di Pasquale Maffeo, edito da Guida Editori, il prossimo 19 giugno alle ore 18.00, in occasione dell’ottavo anniversario della nascita dell’istituzione siciliana, presso la sede della fondazione.

I lavori di Fabio Mauri, Federico De Leonardis e Aldo Runfola, artisti italiani di fama internazionale, riempiranno di segno e di senso gli spazi espositivi attraverso una riflessione sul linguaggio tout court.Le opere di Fabio Mauri, di Federico De Leonardis e di Aldo Runfola scelte per questa mostra – spiega la curatrice, Giuseppina Radice – hanno come riferimento comune non solo l’utilizzo della parola ma anche un’ambivalenza (plurivalenza, meglio, come spesso accade nelle opere che privilegiano l’idea) che me le fa apparire come un pregnante esempio di arte disattenta. Aldo Runfola, pur dichiarandosi “sospettoso tanto delle immagini quanto delle parole” utilizza per esse supporti e materiali scelti con una cura sia artigianale sia tecnologica; Federico De Leonardis attinge a una memoria più o meno antica ma ricca di significato storico e di riferimenti anche personali per evocarne l’atmosfera inserendola in un tempo metastorico, trasversale, perenne nel quale è permesso vivere e/o rivivere; Fabio Mauri usa come supporto per la formazione e per la formulazione del suo pensiero anarchico (opere del 1995) il cartone e un comune zerbino (opera del 2008) che diventa soggetto di un enigma dichiaratamente insolubile ma ne è anche contenitore. Nelle opere dei tre maestri contemporanei è presente la parola, quindi, ma essa ci invita ad andare oltre la lettera. Ecco il filo che lega Mauri, De Leonardis, Runfola: essi rompono gli schemi fenomenologici ordinari della parola e quindi del tempo orizzontale per lasciare il posto al tempo verticale che richiede un’ascesa culminante nel momento poetico”.

Durante la conferenza di presentazione che si terrà sempre il 19 giugno alle 18.00 in fondazione verrà presentata anche Abbracciare il tempo. 1951 – 2012, raccolta di poesie che ripercorre le varie stagioni della prolifica produzione in versi scritti da Elena La Verde dalla sua prima giovinezza fino agli ultimi anni della sua vita. Pasquale Maffeo scrive: “Apriamo il suo libro, guardiamolo dentro, esploriamo se e come nel crescere si aggreghi a prendere forma, assuma toni e cromie, slarghi in occhiate contemplative di interconnesse vicende. Giunti in fondo, il dato connotativo che balza a sorprenderci è che siamo davanti a una pronuncia adulta e sorvegliata, a un dettato che obbedisce alla necessità di un dire teso sul filo della memoria a disegnare un diario dell’anima, un journal non pedissequamente quotidiano che a intervalli ritrova i giorni epifanici di rivelazioni e sortilegi aurorali. Mai gratuita, la sua poesia si nutre di domande eterne, d’imperativi assoluti, di sondaggi che scienza e pensieri di ciascun uomo e ciascuna donna, coltivati o incolti che siano, non possono e non devono eludere. (…) Partiamo dal titolo “Abbracciare il tempo”, abbracciare stringere fra le braccia, è gesto impulsivo che esprime amore, dolore, conforto, consolazione, condivisione. Ma il tempo non si abbraccia se non nel significato di misurare un periodo, un’era, un’epoca storica. Tale non risulta nell’adozione che ne fa la nostra poetessa. La quale intende secondo metonìmia indicare una parte per un tutto che ha nome Natura. Sicché l’abbraccio evoca in metafora la proiezione di sé inscritta nei paesaggi della natura.”

La passione di Elena La Verde per tutte le arti è alla base della sua decisione di fondare e presiedere fino al 2012 la Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte, fondazione che porta il suo nome e quello del marito. Tutela, innovazione, conservazione e divulgazione sono le parole d’ordine di tutte le iniziative artistico-culturali e collaborazioni con altre realtà locali e nazionali caldeggiate anche dall’attuale presidente, il prof. Alfredo La Malfa, che coerentemente con quanto iniziato dal suo predecessore, intende far divenire la fondazione una fucina culturale e un patrimonio fruibile dall’intera comunità.

La fondazione, infatti, continua a occuparsi della valorizzazione dei quattro fondi patrimoniali di cui dispone (il parco dell’arte cui di recente è stato aggiunto un nuovo intervento site specific a cura di Ivan Barlafante; la pinacoteca con opere di arte moderna e contemporanea; la collezione di abiti d’epoca e di libri antichi) e a promuovere la ricerca attraverso mostre temporanee e nuove acquisizioni. L’ultima riguarda l’opera “The End” di Fabio Mauri, uno dei grandi maestri dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra le cui collaborazioni con intellettuali e artisti come Pasolini, Calvino, Eco, Kounellis e le partecipazioni a esposizioni internazionali come la Biennale di Venezia e Documenta sono solo un piccolo aspetto della sua lunga e importante carriera cui di recente sono state dedicate varie personali, si pensi a quella al MADRE di Napoli (2016), all’Hauser & Wirth a Londra (2014 e 2015), alla Fundación PROA a Buenos Aires (2013) e a Palazzo Reale a Milano (2012).



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Data e Ora
19/06/2016 / Tutto il giorno

Luogo
Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell'Arte