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Art & Connectography. Remapping the Global World through Art

Artisti invitati: Jelili Atiku (NG); Lisa Batacchi (IT); Kenneth A. Balfelt (DK) + Kwame Aidoo (GH); La Vaughn Belle (VI); Nasr-eddine Bennacer (DZ/FR); Stefano Cagol (IT); Chim↑Pom (JP); Manohar Chiluveru (IN); Tiffany Chung (VN/USA); Nanna Debois Buhl (DK); Romina De Novellis (IT); Gery De Smet (BE); Jeannette Ehlers (DK); Beya Gille Gacha (CM/FR); Hesselholdt & Mejlvang (DK); Richard Flaming + Jake Nussbaum (US); Moataz Nasr (EG); H.H.Lim (MY); Omraam Tatcheda (CM)

Curatori invitati: Awam Ampka (NG/US); Nadine Bilong (CM/FR); Blanca De La Torre (ES); Paul Goodwin (UK); Hou Hanru (CN/FR); Alnoor Mitha (UG/UK); Pier Paolo Scelsi (IT); Sumeshwar Sharma (IN)

Il progetto, promosso da Arts & Globalization Platform, un’organizzazione con base a Copenaghen creata dalla curatrice danese Rikke Jorgensen nel 2015, si propone di approfondire temi legati al rapporto tra pratiche artistiche, attività curatoriale, globalizzazione e iper-connettività planetaria. Il programma, che la Jorgensen ha ideato e co-curato con Valentina Gioia Levy, include conversazioni con artisti e curatori internazionali, performance, workshops, video-proiezioni e installazioni all’aperto nella cornice della piazza Magione.

“Connectography”, che in italiano suonerebbe come “connettografia” è un termine coniato dal global strategist di origini indiane Parag Khanna, che mette insieme due parole: “connettività” e “geografia”. Nel suo omonimo libro, questo esperto di relazioni internazionali sostiene che le supply chains, ovvero le cosiddette catene di distribuzione, oggi prevalgono sui confini nazionali e gli interessi locali, mentre i mega conglomerati urbani, destinati ad aumentare ulteriormente nel prossimo futuro, con il loro sistemi infrastrutturali complessi, che a volte travalicano anche i confini nazionali, possono ormai competere, in quanto a connettività, anche con gli stessi Stati-Nazione. Secondo Khanna, il pianeta sta andando incontro a un nuovo tipo di iper-connettività che è senza precedenti nella storia della civilizzazione umana, ma nonostante la sua attitudine ottimista, nella realtà di tutti i giorni stiamo invece assistendo a un generale intensificarsi delle paure connesse alla globalizzazione e conseguentemente a un risorgere dei nazionalismi, dei sentimenti xenofobi e persino del protezionismo economico. In buona parte del mondo, gli elettori si stanno orientando verso forze politiche conservatrici e populiste, spingendo gli stessi governi a prendere misure sempre più rigide per proteggere i propri confini in maniera più aggressiva. Dopo la Brexit e l’aumentare dell’insofferenza tra gli altri paesi membri dell’Europa, dopo l’elezione del presidente Trump che oltre alle minacce sulla costruzione del muro al confine con il Messico, fin dall’inizio del suo mandato ha intrapreso diverse azioni criticabili dal punto di vista delle relazioni internazionali, quali per esempio il muslim ban e i recentissimi dazi sulle importazioni, appare evidente che la globalizzazione si sta avviando verso una nuova fase.

Il progetto Art & Connectography vuole esplorare alcune problematiche inerenti all’ultima fase della globalizzazione e dell’iper-connettività planetaria, che qualcuno ha già definito post-globale, in relazione all’estetica, alla pratica artistica e curatoriale.

Dobbiamo ripensare la relazione tra popoli e territori ed eventualmente ‘ri-mappare’ il mondo alla luce di quelle che sono le geografie umane e culturali? Come si rapportano gli artisti con concetti quali la migrazione, la mobilità, lo sconfinamento, la geografia politica e quella umana, l’identità e il senso di appartenenza a un gruppo, a un’etnia, a un popolo o a un territorio? In che misura le tensioni e le inquietudini dell’era globale si riflettono sul loro lavoro? Che tipo di strategie espressive, estetiche, rappresentative e narrative sta producendo l’attuale fase della globalizzazione? Come sta evolvendo la pratica curatoriale ed espositiva alla luce di questi cambiamenti globali e come stanno rispondendo le istituzioni e gli altri professionisti del mondo dell’arte a questi nuovi stimoli?

Queste sono alcune delle questioni intorno a cui ruoteranno le conversazioni, con un particolare riferimento al Mediterraneo, luogo di incontro e mescolanza di culture fin dall’antichità.

 

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INFORMAZIONI UTILI

“Art & Connectography. Remapping the Global World through Art“ è un evento collaterale di Manifesta 12 organizzato da Arts & Globalization Platform (Copenaghen, DK) in collaborazione con KaOZ / Dimora OZ.

Il programma si svolgerà in Piazza Magione

presso KaOZ, via Francesco Riso 55, vicolo Caccamo l’Alloro

16 e 17 giugno – – Dalle 09.30 alle 22.30

1 luglio – Dalle 18.30 alle 20.30

INGRESSO LIBERO

PRODUCTION TEAM

Rikke Jørgensen, Direttrice artistica e fondatrice di Arts & Globalization Platform

Valentina Gioia Levy, Coordinatore dei Progetti di Arts & Globalization in Italia

Giulia Pilieci, Assistente di produzione

Dimora OZ, KAOZ, Logistica e Relazioni Pubbliche

Per ogni ulteriore richiesta e informazione:

Arts & Globalization Platform: urbanartc@gmail.com / T +45 27 50 90 39

Programma Completo e biografie dei partecipanti:

www.artsandglobalization.com

Find us @artsandglobalization + #artsandglobalization

 

Evento collaterale di Manifesta12 

A cura di Rikke Jorgensen & Valentina Gioia Levy

Piazza Magione, Palermo

16 e 17 giugno 2018 – Dalle 09.30 alle 22.30

1 luglio – Dalle 18.30 alle 20.30

 

 



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Data e Ora
16/06/2018 / 09:30 - 22:30

Luogo
Kaoz