Dahiye: The Southern suburbs of Beirut, questo il titolo, è un progetto fotografico di mappatura e indagine visuale iniziato nel 2013 nei quartieri periferici a sud di Beirut, nasce da una attenta analisi delle complesse vicende storiche, politiche e militari del Libano e intende offrire una riflessione di ordine globale sui temi dell’autorità, della sicurezza privata, dello sviluppo tecnologico e delle trasformazioni del paesaggio contemporaneo e le strette relazioni con la vita quotidiana.
La Dahiye (in arabo “Dahiya”, lett. sobborgo) è un complesso di quartieri periferici situati a sud di Beirut.
In quanto roccaforte del movimento islamico Hezbollah, è stata sottoposta ad un massiccio bombardamento da parte dell’aviazione israeliana durante la seconda guerra del Libano (2006).
Il processo di espansione urbana di Beirut comincia ben prima dello scoppio della guerra civile (1975), ed è inizialmente caratterizzato dal massiccio afflusso di migliaia di braccianti riversatisi in città alla ricerca di lavori sottopagati. In un secondo momento, lo scoppio della guerra civile e soprattutto i ripetuti attacchi di Israele sul Sud del Libano (1969, 1975, 1993, 1996, 2006), hanno determinato il riversarsi in città di centinaia di migliaia di profughi, in maggioranza sciiti, che sono andati ad installarsi in quella che ben presto è stata definita dagli antropologi la “cintura della miseria” .
“L’assoluta incapacità da parte del debole stato libanese di far fronte ad una tale emergenza e di garantire finanche i servizi essenziali, ha determinato la nascita di movimenti che ben presto si sono sostituiti all’autorità pubblica nell’erogazione di tali servizi”, – spiegano i promotori – “intercettando e facendosi rappresentanti dei sentimenti di alienazione di questa povera gente e creando apparati assolutamente paralleli rispetto a quelli statali: il cosiddetto “Stato nello Stato”. Fra questi spicca innanzitutto il “movimento dei Diseredati”, creato dall’imam Moussa Al Sadr con lo scopo di mobilitare la comunità sciita, che costituisce il nucleo dal quale in seguito si svilupperanno i Movimenti Amal ed Hezbollah, che sono gli attuali rappresentanti delle istanze della comunità sciita in seno alla società libanese, nonché i detentori di un potere di fatto in Dahiye”.
La ricerca di Armando Perna è iniziata nel 2013, ed è proseguita fino ad oggi intercettando un altro fattore molto importante nella storia recente del Libano: lo scoppio della guerra in Siria, Paese estremamente legato al Libano, in quanto facente parte di un’unica entità sotto l’impero Ottomano (il c.d. Bilad Al Sham), nonché soggetto attivo nelle dinamiche interne al Libano almeno fino all’assassinio del primo ministro sunnita Rafic Hariri nel 2006, che ha dato avvio alla smobilitazione della presenza siriana in Libano su pressione della comunità internazionale.
La guerra in Siria ha infatti determinato l’afflusso in Libano di più di un milione di profughi, che hanno rappresentato l’ennesima prova per il debole stato libanese. Inoltre, il coinvolgimento diretto di Hezbollah nel conflitto ha determinato, nel biennio 2013/2014, una serie di attentati nella Dahiye, come rappresaglia, ma soprattutto come tentativo di far saltare i fragili equilibri sui quali ancora si regge lo Stato libanese e di trascinare il medesimo nel caos siriano.
Data e Ora
14/10/2017 / 19:00 - 22:00
Luogo
Fondazione Museo Pino Pascali
segreteria@museopinopascali.it