“Il progetto Ufo è una famiglia di ‘sculture bidimensionali’ in alluminio nate da una serie di disegni a mano libera raffiguranti una bizzarra varietà di dischi volanti (UFO significa unidentified flying object, “oggetto volante non identificato”), ispirate all’ immaginario estetico degli anni 50. Ho disegnato queste forme con un gesto breve ed istintivo, imponendomi di non consultare nessun materiale visivo prima di iniziare l’intera serie di disegni, cercando cosi di lavorare e attingere a quello che era il mio personale immaginario ufo, e la mia interpretazione; quest’ultimo è un aspetto che mi ha sempre affascinato di questi oggetti magici, nessuno (o quasi) li ha mai visti dal vivo ma tutti noi racchiudiamo una nostra personale interpretazione visiva della loro particolare ‘fisionomia’ e silhouette”. – Alice Ronchi
Ufo di Alice Ronchi costituisce l’undicesimo capitolo di “5779”, il progetto espositivo che inaugura la prima stagione di BUILDINGBOX, uno spazio indipendente facente parte di BUILDING ma caratterizzato da un programma unico e autonomo. Il progetto, a cura di Nicola Trezzi, ha aperto nella settimana di Rosh HaShana, il capodanno dell’anno 5779, come dice il titolo stesso, secondo il calendario ebraico. Seguendo queste premesse, ossia una vetrina visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e un calendario, in questo caso bisestile, di 13 mesi (Nisan, Iyar, Sivan, Tammuz, Av, Elul, Tishrei, Marcheshvan, Kislev, Tevet, Shevat, Adar Alfa e Adar Beth), “5779” è una mostra collettiva nella quale le varie opere d’arte non sono presentate una vicino all’altra, bensì
piuttosto una dopo l’altra. La struttura del calendario, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, diventa la linea guida per la presentazione delle opere di molteplici artisti; questa impostazione trasforma il concetto stesso di mostra collettiva: da coesistenza e giustapposizione, a linearità e processione. Inoltre, questo tipo di strutturazione decostruisce l’essenza stessa della mostra collettiva, che è, per definizione, una mostra con varie opere d’arte, di vari artisti, presentate una vicino all’altra in uno spazio definito e per un periodo di tempo limitato. Con “5779“ l’idea della mostra collettiva, nella quale opere d’arte di diversi artisti appaiono una dopo l’altra nello stesso spazio, sostituendosi, subentrando l’una all’altra, suggerisce un’inversione dell’equazione alla base del fare mostre. Piuttosto che organizzare una mostra a partire dallo spazio, come succede usualmente, questa volta la mostra viene costruita sulla base del tempo.
Al fine di sottolineare ulteriormente la predominanza del tempo sullo spazio, completo ribaltamento del fare mostre e delle sue premesse, è stata presa la decisione di esporre opere che non solo sono visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma sono anche ‘nutrite’ dall’elettricità, luci al neon, opere con lampadine, video, ecc., come “piccoli soli” (sebbene il calendario ebraico non sia puramente solare ma “solunare”) che scandiscono il ritmo del tempo.
Ufo di Alice Ronchi rimarrà esposta fino al 29 agosto, il penultimo giorno di Av. Alla fine dei 13 mesi (5779 è un anno bisestile e ha avuto Adar Alfa seguito da Adar Beta) BUILDING pubblicherà un catalogo concepito come un calendario, includendo tutte le 13 opere d’arte presentate durante l’anno, che saranno rivelate mese dopo mese.
Cenni biografici
L’opera di Alice Ronchi (1989, Ponte dell’Olio, Italia; vive e lavora a Milano) è stata soggetto di mostre personali presso Francesca Minini a Milano, Mega a Milano, Galerie Fons Welters ad Amsterdam, Peep-Hole presso DRY a Milano e Gasconade a Milano. Ha partecipato a mostre collettive presso Le Houloc a Aubervilliers (Francia), MAXXI Museum a Roma, MAMbo a Bologna, GAMeC all’ex-carcere di Sant’Agata a Bergamo, Nir Altman a Monaco (Germania), Sonnenstube a Lugano (Svizzera), Narrative Project Gallery a Londra, SONS Museum a Kruishoutem (Belgio), Hawaii-Lisbon a Lisbona, A Plus A Gallery a Venezia, MACRO a Roma, Stadtgalerie a Kiel (Germania), Palazzo Reale a Milano, Zuidas Public Space ad Amsterdam, Galleria Civica di Trento, Galerie Mark Müller a Zurigo, CO2 a Torino, Palazzo della Permanente a Milano, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, La Triennale a Milano e Il Crepaccio a Milano. Il suo lavoro è
stato presentato in fiere quali ARCO a Lisbona, Liste a Basilea, Art Basel Hong Kong, ART-O-RAMA a Marsiglia, e Art Géneve a Ginevra.
“5779“ è un progetto concepito da Nicola Trezzi (Magenta, 1982) attualmente direttore del CCA di Tel Aviv, precedentemente direttore dell’MFA presso Bezalel Academy of Art, Jerusalem (2014-2017) e US editor di Flash Art International (2007-2014). Educatore, curatore e scrittore, Trezzi ha organizzato e co-organizzato le seguenti mostre: “Painting Overall” alla 5° Biennale di Praga, “Four Rooms” al CCA di Varsavia, “Modern Talking” al Muzeul National de Arta di Cluj-Napoca, “Circa 1986” al HVCCA di Peekskill NY, “Champs-Élysées” al Palais de Tokyo a Parigi, “Diagonal Histories — Imre Bak, Peter Halley—“ e “Yael’s Dreams (and Nightmares)”, entrambe presso Art+Text Budapest, “Yael Efrati: Eva and Emerick”, al MNAC di Bucharest, “KEDEM–KODEM–KADIMA” e “Laurent Montaron: Replica”, entrambe al CCA di Tel Aviv.
5779
11 settembre 2018 – 1 ottobre 2019
BUILDING
Via Monte di Pietà 23
20121 Milano
T. +39 02 890 94995
BUILDINGBOX
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Data e Ora
11/09/2019 / Tutto il giorno
Luogo
Building
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