Artista visivo, musicista e regista, Roberto Paci Dalò presenta alla Galleria Marcolini la sua prima mostra di ampio respiro in Romagna. Una mostra nella quale disegno, suono, scultura, film sono allestiti in modo tale da creare un’opera “totale”, intimamente legata al luogo che la ospita. Attraverso luce, proiezione e suono gli spazi della galleria sono collegati tra loro per creare un unico ambiente immersivo anche attraverso interventi site-specific.
La mostra si presenta come un campo elettrico. Un luogo attivato dalla storia e dalle persone. Una stazione ricetrasmittente, un dispositivo che crea vibrazioni, lampi, bagliori, ombre, cadute, mancamenti tra interno e esterno. Un kinoglaz (cineocchio) esplicito omaggio al rivoluzionario cineverità di Dziga Vertov: “Il Kinoglaz…ciò che l’occhio non riesce a vedere…il microscopio e il telescopio del tempo…il negativo del tempo…la possibilità di vedere senza confini né distanze…la vita colta sul fatto” (1924).
Roberto Paci Dalò, attivo da anni sulla scena internazionale, realizza il suo lavoro a partire da suono e disegno, espandendoli in scultura, installazione, musica, film, performance e progetti collaborativi, muovendosi tra istituzione, scena indipendente e pop culture alla guida del suo gruppo Giardini Pensili.
Arte, scienza e natura sono le parole chiave del suo lavoro. Pioniere nell’utilizzo di Internet e nell’integrazione tra tecnologie analogiche e digitali, queste sono alcune delle sue aree di lavoro: radiofonia, reti telematiche, persistenza della tradizione classica nel contemporaneo, psicoacustica, robotica, interazione uomo-macchina, elaborazione in tempo reale di immagine e suono, soundscape (paesaggi sonori e ritratti acustici di città), cartografia.
Per definire il proprio lavoro Paci Dalò ha coniato le definizioni: drammaturgia dei media e teatro dell’ascolto.
Frequentemente realizza le proprie opere in più campi di intervento, approfondendo aspetti percettivi diversi dello stesso materiale. È così che opere sceniche e musicali diventano sovente pezzi radiofonici o installazioni interattive suono/video e progetti online.
Insieme a spazi consueti (gallerie, musei, teatri…) la pratica del site-specific è una delle caratteristiche più importanti del suo lavoro: abitare i luoghi per trasformarli, spesso insieme a coloro che li vivono (compresi i fantasmi nelle ghost town). Il rapporto con le persone è quindi importante per creare relazioni che – sebbene scatenate dal fare artistico – lo possano anche trascendere attivando collaborazione e partecipazione su più livelli. Tra i suoi riferimenti geografici alcune aree del mondo (e le loro culture) quali Armenia e Georgia (Transcaucasia in generale), Mitteleuropa, deserti del Nord America, Gerusalemme. La frequentazione sistematica di luoghi di culto (in particolare chiese armene, ortodosse cristiane, sinagoghe e moschee) fa parte della sua pratica, mentre un rapporto particolare con l’universo ebraico fa da contrappunto continuo al suo lavoro.
Data e Ora
11/02/2017 / 18:30 - 21:00
Luogo
Galleria Marcolini