Numerosissimi gli omaggi in mostre dislocate in molti angoli della terra per il centenario di Ettore Sottsass (Innsbruck, 1917 – Milano, 2007). Considerato “Figura seminale del design del XX secolo”, Ettore Sottsass (1917-2007), lo troviamo in mostra al Met Breuer, il distaccamento del Metropolitan Museum of Art di New York che rende omaggio alla ricca e gioiosa produzione, con l’accattivante proposta “Ettore Sottsass: Design Radical“. Ritenendolo il maggior rappresentante del design postmoderno, il Met espone sessant’anni di disegni, mobili, ceramiche, vetri, gioielli, tessili, pitture e fotografie, oltrepassando i confini dell’arte e del design e ponendo l’attraente ricerca al centro dell’attenzione di un’America che ama i miti. Sottsass ha creato una vasta produzione nel corso di una intensa carriera che è durata più di sessant’anni. La sua rivoluzione, nel design, nelle forme, nei colori, nelle sovrapposizioni come nelle texture di molte soluzioni d’arredo, inizia con i giochi eccentrici, in cui sovverte o crea oggetti attraversando felicemente la storia del design e dell’arte. All’interno del museo, ex sede del Whitney, a Manhattan, la mostra è stata aperta a luglio, in concomitanza con la chiusura a Venezia, nell’Isola di San Giorgio, delle “Stanze del Vetro“, omaggio italiano a Sottsass durante la Biennale. La sua figura poliedrica di architetto, urbanista, pittore, scultore, scrittore e fotografo rimane, nel tempo, alle prese con una sperimentazione continua. New York offre di Sottsass la sua visione postmoderna, proponendolo in un costante dialogo delle opere (secondo la visione vincente del curatore Christian Larsen) con la ricerca di altri infuenti artisti del 900 coevi, ai quali si è ispirato. È sorprendente trovarsi a confronto e a contatto con le opere di altri celebri miti, lungo il percorso della mostra. Così, quasi in un corpo a corpo, i lavori si confrontano con una composizione astratta di Piet Mondrian, Roy Lichtenstein, Frank Stella o con una istallazione minimale di Donald Judd, col Bauhaus… Sottsass ha perseguito anche una carriera parallela come pittore, fino al 1965. Afferma: “Un pittore non pensa a colori: il colore è dentro di sé. Sono più capace di diffondere i colori nello spazio che su un pezzo di carta”. Insieme a Max Huber, Max Bill e Bruno Munari è stato tra gli artisti di “Abstract and Concrete Art”, che lanciò l’Arte Concreta nel 1947. La mostra presenta gioielli, oggetti e molti singolari disegni anche ironici sull’autobiografia dell’autore. C’è una sezione dedicata al Corporate Design, partendo dalla collaborazione storica con Adriano Olivetti, fino alla Apple. Ci sono le “Ceramiche”, i “Vetri”, le “Architetture” e i pannelli “Color and Pattern”. Compare parte della produzione di “Menphis”, il gruppo che Sottsass fondò con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele De Lucchi e altri architetti che hanno modificato la scena del design del mobile contemporaneo. La ricerca artistica, etica ed esistenziale, l’ha portato, nel Secolo delle molte rivoluzioni, a diretto contatto con tutti i movimenti dell’arte del ‘900. Ettore Sottsass ha disegnato macchine e oggetti che hanno ben definito la storia del Made in Italy, ha anche scritto e inventato riviste. “Pianeta Fresco” fu il risultato di frequentazioni con la scena beat e underground, edita nel biennio 67-68, insieme a Fernanda Pivano e a uno straordinario Allen Ginsberg .La mostra presenta l’opera di Sottsass, nel dialogo con oggetti antichi e contemporanei che lo hanno ispirato, sottolineando la sua influenza sui designer che lavorano oggi. Queste giustapposizioni offrono una nuova visione dei suoi disegni, collocandolo all’interno di un discorso di design più ampio.
Ad Amsterdam, allo Stedelijk Museum, ad aprile 2018, sarà inaugurata la prima retrospettiva olandese dedicata al designer e critico italiano, a seguito non solo dell’acquisizione di un corpus di lavori degli Anni Sessanta, ma anche del monumentale Cabinet n. 70 (2006) e del gigantesco Superbox (1966). Una ottantina di pietre miliari che ripercorreranno in maniera cronologica il percorso tra Modernismo e Funzionalismo, valorizzando le influenze apprese da altre culture, il grado di sperimentazione con materiali e forme, l’umanesimo e infine la dilagante sagacia dei suoi lavori.
Tra gli omaggi proposti in Italia, c’è quello dell’Archivio-Museo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, con un progetto espositivo ed editoriale ideato a partire dal fondo Ettore Sottsass Jr., donato allo CSAC dall’autore nel 1979 e consistente in quasi 14.000 materiali progettuali (schizzi, bozzetti e disegni) e 24 sculture, e condotto nell’ambito di uno dei progetti di ricerca del centro in collaborazione con altri partner. Un ampio e intenso lavoro di catalogazione e digitalizzazione che sarà restituito nella pubblicazione del catalogo del fondo Ettore Sottsass 1939-1978 accompagna la mostra Ettore Sottsass. Oltre il design allestita dal 18 novembre 2017 all’8 aprile 2018 all’interno dei suggestivi spazi dell’Abbazia cistercense di Valserena, sede dello CSAC. Oltre il design rimanda al metodo di lavoro proprio di Sottsass, che travalica la specificità della sua attività di designer verso una visione più allargata, in cui il disegno ha una centralità assoluta, come strumento di progettazione ma prima e soprattutto come momento di riflessione e di verifica formale. Saranno esposti materiali che vanno dalle prime prove al Politecnico di Torino, al confronto con la ricerca artistica degli anni ’40, ’50 e ‘60; dal progetto grafico, che attraversa tutta la sua ricerca sino alla stagione dell’incontro con la cultura beat e radicale, al progetto di architettura e degli oggetti; dalla sua ricerca sulla configurazione dello spazio del lavoro, di quello domestico, espositivo o teatrale, fino alle sue collaborazioni con aziende quali Olivetti, Bitossi Ceramiche e Poltronova.
C’è infine da segnalare l’iniziativa a Torino dal 3 al 5 novembre, nell’ambito della prima edizione di FLAT – Fiera Libro Arte Torino, di una mostra omaggio a Sottsass nelle sale di Palazzo Birago, a cura di Elena Volpato, per la creatività inesauribile di uno degli artisti che più si è espresso attraverso libri e le riviste, reinventando ad ogni occasione la forma, i significati e la funzione della pagina stampata. Si vedrà riunita l’intera produzione di libri, riviste e opuscoli di Ettore Sottsass, dagli eroici ciclostili di Room East 128. Chronicle del 1962 sino ai cataloghi di vendita dello studio Memphis, attraverso le riviste come Pianeta Fresco, i saggi visivi, i libri di litografie e fotografie, fino alle prove di calligrafia come Kena Upani ad, tutte pubblicazioni accompagnate e intervallate nel tempo dalla ininterrotta serie di biglietti e libretti di augurio che Sottsass, con i suoi collaboratori, inviava ad ogni inizio d’anno.
L’articolo, a cura di Adriana Martino, è pubblicato sul n.264 di Segno
*Ettore SOTTSASS fino all’11 marzo è in mostra anche alla Triennale di Milano con There is a Planet