I sussurri all’orecchio appena svegliati, il tocco del vento tiepido delle prime giornate estive – dolce ma decisivo (pensa il bacio improvvisato del bambino alla mamma) – gli alberi sbocciati, frutta fresca, bucato svolazzante al sole, pelle ancora pallida con i rossori crescenti sulle guance – di intrecciati insieme abbronzatura, timidezza e zelo; nuove aspettative, nuove speranze, nascente voglia di avventura – il suono morbido del “cielo di giugno” raccoglie le impressioni alquanto fugaci ma intense. L’espressione poetica “Cielo di giugno” è anche il titolo della prima mostra individuale di Enrico David (Ancona, 1966, vive a Londra) alla galleria Giò Marconi.
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Enrico David, Installation view, Cielo di giugno, Gió Marconi, 2021
Questo articolo è stato pubblicato sul numero 280 della rivista Segno.
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