Quante valide soluzioni può contemplare un qualsiasi problema all’apparenza irrisolvibile? Aporie è la mostra con opere di Marco Piantoni e Meri Tancredi che fa riferimento a un testo di Derrida nel quale il filosofo francese propone una “logica dell’aporia”, intesa non come impasse, ma come “possibilità dell’impossibile”. Parola di grande spessore, aporia individua quel momento di una discussione o di un’argomentazione in cui ci si arena senza poter dare ulteriori risposte precise, ma possibili letture tutte vere e tutte in contraddizione. Dunque le aporie spingono il pensiero a procedere più innanzi, a svilupparsi oltre e a mutare direzione, in un continuo incedere tra esperienza e logica: un pensiero, questo, che non si apprende da alcun manuale o lezione, ma che può concedere al territorio dell’arte qualche licenza in più. Questa consapevolezza comporta un nuovo modo di pensare l’identità e l’alterità: temi su cui si misurano Marco Piantoni e Meri Tancredi, che considerano l’arte non uno strumento di mera rappresentazione ma indagine conoscitiva del Sé e delle realtà inerenti l’uomo e il mondo. Curata da Francesco Santaniello negli spazi del Centro Luigi Di Sarro a Roma, Aporie si presenta come un esperimento, una indagine conoscitiva, una mostra sulle “possibilità dell’impossibile”. Tre stanze, una per artista e una condivisa, che sul tema dell’identità attivano letture inedite del proprio essere per arrivare a ipotesi di rappresentazioni molteplici senza individuarne una definitiva. Meri Tancredi allestisce su ventagli di seta una serie di autoritratti eseguiti in tempi diversi che alludono al trascorre del tempo inesauribile che trasforma. Segue un autoritratto più “interno”, ricavato usando il suo stesso sangue come pigmento e una scomposizione in tre tempi del suo nome su piccoli pannelli illuminati a led. Allo stesso modo Marco Piantoni, con una vita parallela da consulente finanziario, affida il suo ritratto, il racconto delle sue giornate, il suo stare nel mondo e le sue stesse contraddizioni, alle parole che lo rappresentano “socialmente”: parole prese dallo slang dell’economia che vanno a generare un puzzle composto da light boxes. Anche Monday, Lunedì diventa parola visiva che rappresenta una regola collettiva precostituita, misura del tempo al quale l’uomo si omologa. Omologato è l’artista stesso quando si rappresenta in veste di giocattolo confezionato, action figure che indossa i panni di un consulente finanziario. La mostra è un confronto dialettico che spinge la visione identitaria degli artisti verso una sorta di alterità, un entrare ed uscire, un vedersi da dentro e da fuori, senza negare o allontanare le contraddizioni che le aporie generano.
Marco Piantoni | Meri Tancredi
APORIE
a cura di Francesco Santaniello
fino al 30 marzo 2018
dal martedì al sabato ore 16-19
Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro
Via Paolo Emilio 28 – 00192 Roma – Tel. +39063243513
www.centroluigidisarro.it – info@centroluigidisarro.it