Negli spazi espositivi del Laboratorio dell’Imperfetto di Gambettola (FC) si terrà, dal 15 al 22 Agosto, la mostra Elogio della ghigliottina, a cura di Alberto Zanchetta e alla presenza di “tredici teste spiccate dal collo”. Gli artisti presenti saranno Francesco Bocchini, Luca Caccioni, Luigi Carboni, Massimiliano Fabbri, Gilberto Giovagnoli, Andrea Guastavino, Piero Manai, Nero, Massimo Pulini, Pierluigi Pusole, Andrea Salvatori, Erich Turroni e Verter Turroni.
La decollazione è un tema tutt’altro che infrequente nella storia dell’arte: la prima forma di decapitazione ravvisata nell’arte è di probatoria accidentalità; a farne le spese, infatti, è stata la statuaria antica, giuntaci acefala oltre che evirata e focomelica. Da allora esistono forme e significazioni diverse che il caso attribuisce a un soggetto che è andato perdendo la propria connotazione a ridosso dei secoli. Benché le teste mozze si succedano ancora numerose nel copioso inventario dell’arte contemporanea, assai di rado viene addotto un motivo. Gli artisti preferiscono omettere il capo d’imputazione, non per negligenza verso il tema, ne’ verso l’oggetto della loro angheria, quanto semmai per accentrare l’attenzione su quella testa/monade/sineddoche in cui si riassume un individuo, un corpo e quindi un’intera anatomia.
Non si tratta d’altro, quindi, se non di un prolungamento di quella poetica sul corpo e l’identità che annovera anche il genere del ritratto, in cui la forza magnetica del volto ci rende dimentichi del resto del corpo. Spesso e volentieri, consapevolmente o inconsciamente, siamo di fronte a un aspetto “somatico”, vale a dire che il volto è, né più né meno, che una desinenza del corpo.