Diakosmesis, dal greco letteralmente “ornare, decorare”, è il titolo che accompagna la mostra di Angelo Maisto, giovane artista campano, allestita negli suggestivi spazi di Palazzo Mezzacapo a Maiori. Ad un primo sguardo, l’intero corpus di opere di Maisto, induce a pensare propriamente ad un esercizio decorativo di grande precisione, ossessivo, maniacale e ripetitivo, ed effettivamente così è, ma tale aspetto, puramente tecnicistico, non può e non deve essere valutato slegato dall’etimologia latina stessa della parola “decorare”. Essa porta con sé l’idea di bello e di elegante, aggettivi che appartengono al vocabolario artistico di Maisto, che qualificano la sua cifra stilistica, il suo codice espressivo, il suo mondo. Un universo dove il disegno è la struttura portante di una grande immaginazione capace di rielaborare antichi linguaggi dell’arte, nello specifico tutto ciò che guarda all’iconografia medioevale, in particolari ai “bestiari”, simboleggianti la capacità dell’uomo di saper osservare molto bene fauna e flora, indispensabili alla ricerca di verità e del proprio posto nel cosmos da parte dell’individuo, senza, tuttavia, tralasciare epiteti di matrice cristiana. Come spiega nel testo in catalogo Valerio Dehò, curatore della mostra, i riferimenti culturali di Maisto sono alti e solidi. Superato il medioevo, Maisto abbraccia la società di fine Cinquecento e inizio Seicento e quello specifico settore del collezionismo, che si sviluppa proprio in quel periodo storico, dedito alla raccolta e catalogazione di piante e animali. Gli esempi sono vari: dalla wunderkammer di Rodolfo II d’Asburgo al gabinetto bolognese di Ulisse Aldrovandi, cui si legano, al contempo, suggestivi richiami e reminiscenze di Bosch e Brueghel. L’opera di Angelo Misto è dunque molto più complessa ed articolata di quanto non si mostri in superficie. L’artista, con leggerezza ed eleganza, recupera parte di un dettato culturale trascurato se non addirittura dimenticato, rielaborandolo in veste contemporanea e attuale. Sotteso al suo onirismo, al suo mondo fiabesco, si celano, infatti, temi del presente, attinenti al mondo della natura ma soprattutto alla relazione che intercorre fra essa e l’individuo.
“La diakosmesis o divina dispositio, è qualcosa che – spiega Dehò – possediamo anche noi umani ed è il riflesso di ciò che accade nel macrocosmo. Vi è un ordine nelle cose e l’arte deve riscoprirlo, al di là delle apparenze […]. L’artista-artefice come Angelo Maisto ricrea un ordine mettendo insieme cultura alta e bassa, cose e oggetti, storia dell’arte e bricolage, in una nuova configurazione di curiosità, in una nuova storia naturale”.
Diakosmesis – Angelo Maisto
Palazzo Mezzacapo
Corso Regina – Maiori
Fino al 9 agosto 2017
Orari visite: Da martedi a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20
lunedi e domenica dalle 10 alle 13