Quale spazio dare ai desideri?
Se lo chiedono gli artisti di Desiderata, collettiva a cura di Lorenzo Madaro, che da domenica 14 dicembre (e sino al 20 febbraio 2015) sarà visibile a Galatina (Lecce) negli spazi della A100 Gallery.
La mostra non è solo una riflessione su quegli impulsi volitivi della coscienza direzionati verso un oggetto esterno, ma è l’incontro di poetiche e geografie differenti, che inaugurano il nuovo spazio espositivo di Nunzia Perrone.
Nell’intraprende la sfida e la missione dell’arte, la Perrone afferma con forza la necessità di rinvigorire il tessuto sociale in ambito artistico, che punti sulla qualità della ricerca, una ricerca che deve esser “tutelata” e adeguatamente valorizzata.
Nella stessa direzione, l’intento di Madaro che ha fin da subito “apprezzato” l’approccio di Nunzia Perrone, accettando di collaborare come direttore artistico della galleria. «Abbiamo già diversi programmi, dopo Desiderata – afferma – a marzo inaugureremo una mostra sul disegno, con maestri storici italiani e giovani proposte; mentre prima dell’estate sarà la volta di Eva Caridi, con una personale allestita in galleria e un’installazione site-specific in un maniero di Puglia».
E difatti sono singolari, quanto ben strutturate le poetiche di Eva Caridi, Fernando De Filippi, Claudia Giannuli, Nicole Gravier, Christos Pallazntzas e Bogumil Ksiazek, gli artisti di Desiderata, che tracciano un percorso di scoperta, tra visioni ed illusioni, nel mondo del desiderio.
«La mostra – scrive Madaro – propone il lavoro di sei artisti che hanno riflettuto e continuano a riflettere su una concezione ampia di desiderio. In alcuni casi – come quello di Eva Caridi – le opere sono state concepite appositamente per questo appuntamento da A100 Gallery. In mostra le opere dedicate alla mitologia da Fernando De Filippi a cavallo tra i due millenni; un ciclo di fotografie legate alla poesia visiva concepito dalla Gravier negli anni Settanta, quasi una narrazione di desideri e immagini private. Ed ancora le piccole statue di Claudia Giannuli,che raccontano drammi domestici irrisolti; e i corpi dipinti da Pallantzas, tra desiderio velato di mostrare e un velato compiacimento sensuale. Ed ancora Bogumil Ksiazek, che propone la prima tappa di un nuovo ciclo di opere dedicato alla prostituzione, non come denuncia sociale, ma come indagine sulle identità nascoste che vivono attorno a noi».