L’iperrealismo critico di Dario Agrimi in una mostra che presenta i suoi ultimi lavori “Mozzafiato”, alla Galleria Cattedrale di Lucilla Tauro a Conversano (BA).
Le opere dell’artista tranese raccontano storie, invitano a riflettere sul tempo in cui viviamo, sono la conseguenza di un’analisi profonda – comunicata cripticamente – dei disagi esistenziali contemporanei. Dario Agrimi espone tematiche attuali senza la pretesa di proporre possibili percorsi per superarle, «si limita ad additarle… senza supponenza, a volte anche con un filo di cinismo» spiega la curatrice Lia Venere nel testo che presenta la mostra. L’intenzione è quella di provocare nell’osservatore sentimenti contrastanti, che possono emergere in due fasi distinte: quella di stupore e ilarità iniziale, che poi si trasforma in amarezza e impotenza una volta presa coscienza del problema indicato. Un tipo di operazione che denuncia il tempo in cui viviamo, dove il grottesco sarcasmo di Agrimi, colora di nero statuine che fanno il verso alle ceramiche di Capodimonte presenti in mostra: è l’opera Migranti. L’emergenza a cui fa riferimento è evidente, ma l’intento è quello di farci riflettere su quanto tali problematiche appartengano al presente, ma facciano anche parte del passato, e su quanto una situazione che poteva sembrarci lontana un tempo ci apparteneva quando ‘l’altro’ eravamo noi.
Non meno importante, come abbiamo avuto modo di constatare, risulta la scelta dei titoli che aggiungono senso e valore alle opere, così come in La fede è la soluzione più semplice rappresentata da un otre torchiato dal quale vengono fuori due mani iperrealistiche provviste di anello nuziale. L’iperrealismo è il linguaggio scelto per Passato, Presente, Futuro, dove la figura di una donna è accovacciata a terra nell’atto di chiedere l’elemosina con un bicchiere di plastica in mano, piegata nel «fisico e nell’animo, rendendo vana ogni speranza di riscatto» scrive Lia Venere. L’installazione, a metà tra la rappresentazione di un rapimento ad opera di terroristi e l’espressione della società classista contemporanea, è subito d’impatto ma il titolo che l’accompagna ci porta ad una riflessione più profonda sullo stato di cose, attuale ma fuori dal tempo. Paure e insicurezze incessanti, perpetue come la religione, fonte di conforto per alcuni, causa di angoscia per altri. Così l’artista si ammanta di bianco e si traveste da Gesù Cristo, impersonandolo in un video. Ma la figura del figlio di Dio è presente anche sotto forma di sindone nell’opera A4, la cui fisionomia viene fuori dal bordo di ogni singolo foglio facente parte di una risma.
Dario Agrimi gioca con diverse tecniche e linguaggi per angosciare e dissacrare, divertire e allo stesso tempo annoiare, in una continua contraddizione in cui eleva il ruolo dell’artista al ruolo di Dio, ritenendo che esso non esisterebbe senza l’uomo.
Dario Agrimi “Mozzafiato”
a cura di Lia Venere
Galleria Cattedrale
dal 29 giugno al 30 settembre 2019
Largo Cattedrale, 9/12 – 70014 – Conversano (BA)
orario: martedì – domenica dalle 18:00 alle 21:00 e su appuntamento
ingresso libero
tel: +39 080 9672994
email: info@galleriacattedrale.it
sito: www.galleriacattedrale.it/