Mancano pochi giorni alla chiusura della mostra di Dadid Cerny – Black Hole; dove la DSC Gallery di Praga presenta l’ultimo lavoro dello sculture ceco. David Cerny, il più chiacchierato fra gli artisti sulla scena contemporanea praghese, porta alla DSC una serie di ritratti davvero molto intriganti, realizzati con tecnica polimaterica. Si tratta dei volti di noti psichiatri che raccontano metaforicamente le proprie ricerche, attraverso i propri sguardi, narrando al contempo di quel groviglio mentale con cui si scontrano di continuo e qui rappresentato dalla polimatericità con cui le opere sono costruite. I ritratti sono quelli di: Stephen Hawking, Wernher von Braun e J. Robert Oppenheimer. Un discorso, questo sulla psicoanalisi, che l’artista con ironia affronta da tempo. Basti pensare, ad esempio, all’uomo che ciondola spinto dal vento e appeso ad una trave della città di Praga che è il signor Sigmund Freud, attraverso cui Cerny si prende gioco della psicoanalisi, quasi a dimostrare come sia impossibile per l’uomo,per lo psichiatra compreso, misurare e distinguere la ragione dall’inconscio. Praga è disseminata di opere di Cerny fra le quali non possiamo non citare la spettacolare testa di Kafka che di continuo si muove e muta forma, facendo il verso proprio alle metamorfosi del grande poeta e scrittore. MA l’ironia patinata di sarcasmo di Cerny non si conclude qui. In galleria, una sala è dedicata alle gambe d’oro della Repubblica Ceca, ossia all’olimpionico Emil Zatopek che si muovono in continuazione ma in anomala posizione, mentre nell’ultimo ambiente della DSC troviamo grandi sculture, pachidermi dalla testa di aeroplano, che chiudono questo spaccato sull’opera più recente di Cerny. Una mostra che annuncia, anche se la notizia non è ancora ufficiale, una sua prossima mostra – celebrativa alla National Gallery