La galleria delle arti contemporanee Intragallery ospita nei suoi spazi espositivi di Napoli Confini Apparenti, doppia personale di Josè Angelino e Tristano di Robilant.
Tristano di Robilant torna alla Intragallery dopo i successi della prima personale L’immaginazione e il suo doppio – dove il fondamentale rimando ad Antonin Artaud si concretava in universi eclettici e polimorfi – e dopo il pregevole passaggio al Museum of Contemporary Art San Diego: Tristano di Robilant è stato invitato ora dalla galleria a tessere un dialogo ideale con un altro artista da lui prescelto ed il cui sentire gli è affine. Nasce così il confronto intergenerazionale con Josè Angelino, classe ’77, in cui i due interlocutori non impediscono di discoprirne il fascinoso contrappunto di intime rispondenze, pur nei tratti precipui delle proprie rispettive cifre. Il comune denominatore su cui si muovono Angelino e di Robilant è l’utilizzazione del vetro, materiale principe della mostra ed in cui essi trasfondono con dedizione e sapienza le sfolgoranti ispirazioni. È il vetro, iperbole di luce e di colore, linfa immacolata, sostanza purissima fatta di bagliori aurorali e di riflessi adamantini. Esso rivela, nelle sua sublime natura, tutta la potenza delle forze primordiali: ora si fa mistero di visioni cangianti ed incandescenti, ora s’agghiaccia in forme dalla bellezza silente e mistica. Tristano di Robilant e Josè Angelino rifuggono dall’insopprimibile gravitas della materia, sono sempre tesi in un anelito alla leggerezza, si dileguano in mondi lucenti e fragili ove i confini si dissolvono evanescenti e divengono apparenti.
L’alta fantasia di Tristano di Robilant cela l’eco di un teatro dell’onirico che egli restituisce in opere maestose ed archetipiche, che addensa in cosmogonie fluttuanti e musicali. Coni, sfere, volumi torniti roteano, si compenetrano, si giustappongono: “Non a caso si tratta di forme enigmatiche, nate da sogni che attingono ad un continente interiore, un mare originario, ma anche a un altro io, il doppio che abita dentro di noi”, come scrive Tanja Lelgemann. Per l’artista londinese è fondamentale la stretta collaborazione con gli artigiani e con i maestri vetrai di Murano che traducono in maniera impeccabile la sua Idea mai turbandone l’intrinseca, colta, suprema poesia.
Josè Angelino propone invece ai fruitori ampolle e scatole di vetro all’interno delle quali egli immette gas Argon dopo avervi creato un vuoto assoluto. Entità saettanti e prodigiose divengono teofanie nate dalla creatività del loro demiurgo: esse sono mirabili essais del transeunte e ritrovano il loro principio movente nel binomio arte-scienza, fecondissimo tessuto di ricerca ove si commettono estetica, logos, fisica, astronomia generando esiti perspicui ed originalissimi. Scrive Anna D’Elia: “Flussi di luce cangianti per forma e colore passano davanti agli occhi, indefinibili ed impalpabili. L’effetto è quello di una inarrestabile scrittura luminosa, metafora del divenire incessante”.
Confini Apparenti segna l’apertura della stagione espositiva 2017/2018 di Intragallery ed è visitabile fino al 18 Novembre.
Intragallery
Via Cavallerizza a Chiaia 57
80121 Napoli
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