Lo scorso 26 novembre si è ufficialmente conclusa la discussa Biennale di Venezia 57. Esposizione Internazionale d’Arte firmata Chritstine Macel commentata soprattutto per quel “Viva Arte Viva” file Rouge della kermesse più famosa al mondo. Ne abbiamo ampiamente parlato nel n. 263 di Segno e riproposto gli interventi più interessanti sulle pagine del nostro web: https://www.rivistasegno.eu/riparliamo-di-biennale-opinioni-e-sguardi-di-segno/; https://www.rivistasegno.eu/leco-ovattato-del-mondo-reale/; https://www.rivistasegno.eu/riparliamo-di-biennale-opinioni-e-sguardi-di-segno-2/
Nell’incontro con la stampa Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia, ha fatto un bilancio incentrato sui numeri della manifestazione: oltre 615.000 visitatori di cui la maggioranza nelle 9 settimane successive il vernissage, a cui si aggiungono 23.531 presenze nel corso della vernice, dati che confrontati con i 501.502 visitatori del 2015, registrano un incremento del 23%. Infine, il numero di visitatori registra il 31% di giovani under 26 e 35.000 studenti in visite organizzate con le scuole. Dichiara ancora Baratta: “La Biennale mantiene la sua missione se sa percorrere il proprio sentiero, anzi il proprio crinale, armando se stessa e il visitatore del fioretto necessario per scansare tentazioni, banalità, conformismi, e per dischiudere le diverse verità che gli artisti ci vogliono trasmettere e infine per verificarne e apprezzarne l’opera”.
Ma i numeri sono davvero la cosa più importante in una manifestazione come la Biennale? Vedremo nei prossimi mesi cosa resterà effettivamente di “Viva Arte Viva”…o se la città di Venezia tornerà ad assopirsi fra le sue nebbie fino alla prossima edizione.