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Chi ha ancora paura del caso?

Chi ha ancora paura del caso? Con questa mostra, che lancia un interrogativo e una provocazione, la Galleria Milano presenta una scelta di opere in cui la creazione implica il caso e l’opera dell’artista lo valorizza. L’arte contemporanea, dalle avanguardie storiche in avanti, deve far fronte ad un mondo sempre più complesso. Nella ricerca per la comprensione di ciò che non si può completamente afferrare e se la componente razionale vacilla, irrompono nell’opera l’interferenza, la pausa, la discontinuità, l’imprevedibilità. Se l’annullamento della razionalità nella pura contingenza è un principio da seguire, l’artista cerca allora di svincolarsi dalla premeditazione, seguendo la mutabilità del caso attraverso la liberazione dell’inconscio.

Kazuo Shiraga, pittore giapponese capostipite del Gruppo Gutai, si appende con una corda sopra alla tela stesa a terra cospargendola di colori e con il corpo vi striscia sopra. A dipingere è dunque il suo stesso corpo che, senza gesti premeditati, si fa strumento pittorico vivente. I Cadaveri squisiti surrealisti sono frutto del puro automatismo, disegni a più mani completati dai singoli autori, a insaputa l’uno dell’altro. Man Ray fotografa la polvere depositatasi sul Vetro di Duchamp: fissa la macchina su un tripode, apre l’otturatore, ed esce a fare colazione. È la macchina a fare l’opera, non l’artista, che si limita a presentare il risultato di questa operazione, così come la polvere sul vetro si deposita autonomamente, e Duchamp non può far altro che constatare l’evento. Anche Luca Vitone lascia che la polvere, lo smog e gli agenti atmosferici agiscano direttamente sulla tela. Il risultato è un autoritratto della città di Roma, che si racconta da sé attraverso le sue tracce. Daniel Spoerri, che incolla su supporti i resti delle cene che lui stesso organizzava, così come erano lasciati dai commensali e abbandonati al loro lento deperimento. E ancora, Jae-Eun Choi, Marina Ballo Charmet, Guy Debord, Gil J Wolman, Nicola Pellegrini, Tano Festa, Vincenzo Agnetti, Claudio Costa, Carlo Alfano, Aurelio Andrighetto ed Elio Grazioli, Dario Bellini, Alighiero Boetti, John Cage, Gianluca Codeghini, Oscar Dominguez, Douglas Hueber, Amedeo Martegani, Henri Michaux e Roberta Silva giocano con il caso nei modi più disparati che essi registrano e mettono in relazione.

A cura di Elio Grazioli e della Galleria Milano. Testo introduttivo di Elio Grazioli.

GALLERIA MILANO – Via Daniele Manin 13 Milano

5 dicembre 2013 – 25 gennaio 2014
da martedì a sabato dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00

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