Riproponiamo l’intervista a Denys Zacharopoulos sulla mostra di Carla Accardi Gesti di qualità alla ricerca della luminosità a cura di Lucia Spadano
Proveniente da Budapest (Museo di Belle Arti Vasarely) e prima ancora da Torun in Polonia, l’itinerario europeo della mostra monografica di Carla Accardi è stato proposto dal 18 settembre negli spazi del Macedonian Museum of Contemporary Art di Salonicco, nell’ambito degli itinerari espositivi della IV Biennale d’Arte Contemporanea, per proseguire successivamente in novembre ad Atene. Il progetto espositivo è parte del programma di promozione dei grandi artisti italiani all’estero, le cui opere sono presenti nella Collezione Farnesina a Roma, ed è promosso dall’Area della Promozione Culturale del Ministero degli Affari Esteri, dalla Fondazione Malvina Menegaz di Castelbasso (Teramo) e dall’Associazione per l’Arte Contemporanea Zerynthia (Roma). La mostra di Carla Accardi (il cui titolo generale è “Smarrire i fili della voce”, a cura di Laura Cherubini e Maria Rosa Sossai), per queste due ultime tappe in Grecia, è curata dal critico greco Denys Zacharopoulos, direttore artistico del Macedonian Museum of Contemporary Art di Salonicco e dell’Alex Mylona Macedonian Museum di Atene (dove la mostra sarà trasferita a novembre), al quale abbiamo chiesto di sintetizzarci alcuni aspetti e ruolo di questa importante mostra itinerante.
– Penso che questa mostra – ci dice Zacharopoulos – in mezzo ad una Biennale, ove spesso si vedono molte opere di giovani artisti, sia una verifica per capire fino a che punto Carla Accardi sia attuale, fino a che punto, cioè, il suo lavoro sia in una posizione che non mi sembra per nulla indifferente alla realtà del mondo in cui viviamo e che comunque è di una freschezza che esprime il piacere e la gioia di vivere, di operare col bene nel bene. D’altra parte – come ho scritto nel testo in catalogo – la figura di Carla Accardi è tra i principali artisti del nostro tempo, per aver conferito alla storia della pittura europea e alle tendenze artistiche del dopoguerra un profilo molteplice e stimolante. I suoi risultati, le tappe e le fasi della sua carriera, sono sicuramente significativi nella storia dell’arte. Tuttavia l’estensione del suo lavoro, la finezza e l’intensità della sua espressione artistica, la qualità e l’autenticità della sua pittura, offrono un vasto orizzonte che lo spettatore contemporaneo e gli appassionati d’arte possono efficacemente apprezzare. Nel corso degli anni, la sua pittura diventa sempre più individuale, utilizzando con grande libertà gli elementi formali di analisi che ha inventato e ridefinisce, nel suo lavoro più recente, attraverso questa prospettiva una nuova dimensione poetica della pittura. Per farlo l’artista ci invita a coinvolgere i nostri occhi, la nostra mente, il nostro corpo, il nostro movimento, i nostri sentimenti nello spazio e nel tempo, la nostra relazione con l’altro , e la nostra tendenza ad uscire da noi stessi per incontrare il mondo esterno. Sapiente e razionale, il suo lavoro è gioioso, luminoso e brillante, pieno di temperamento, luce e speranza. E’ il più gradito tra tutti i messaggi che possiamo ricevere, da una persona che ha già percorso la via che ci farà uscire dalle tenebre, dalla guerra, dalla miseria, dal fascismo, dalla crisi individuale e sociale del secolo scorso. Un messaggio che offre spazio e visione ad una generazione più giovane nuovamente minacciata dall’oscurità e dalla miseria. Carla Accardi, più giovane che mai, affronta il futuro senza rughe. La sua pittura getta le basi per permettere alle persone di guardare lontano, nel tempo e nello spazio, e di trovarsi faccia a faccia con la luminosità.