26 ottobre. Non è facile da fuori percepire il vero clima di questa residenza. 19 artisti inquilini dei box dell’arte riuniti per un grande progetto, generato in questo luogo speciale e percorso dalle sensazioni che il territorio trasmette. Sarà che i Bocs sono distribuiti sulla riva del fiume Crati, sarà che le casette sono immerse nella natura che da lì a poco prenderà la forma di città, ma qui si subisce una totale e piacevole immersione nel territorio. Io per prima nel mio lavoro ho cercato di agganciarmi ad esso. Ho elaborato un segno generato da un antico monile conservato al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza. Il segno si propaga nel tempo e nello spazio e aggancia il presente con il passato. E’ la mia personale dichiarazione d’amore al territorio e l’ho intitolato semplicemente Timless.
Così ha fatto anche Alessandra Abbruzzese con l’opera Altimetrie sensibili – quasi pelle. A partire da una antica mappa del territorio cosentino, l’artista ha usato le curve di livello e le altimetrie per misurare le relazioni profonde dei sensi in uno scambio cromatico e percettivo. E’ territorio o pelle quello che Alessandra ci propone?
Anche l’opera di Caterina Arcuri racconta un luogo. Rappresenta l’ideale visione della città di Cosenza. Un luogo del Mito e del Sacro. Forme quadrate, cilindriche, poliedri di plexiglas, legno e acciaio e che fissano la geografia e la storia della città, fiancheggiano le acque del Crati. Un fiume interpretato con parallelepipedi specchianti che si distribuiscono nello spazio. Cosa racconta Caterina? Il Tempo, lentissimo o impetuoso, finestra, tra la Storia ed il cielo.
Il territorio invece è stato contaminato dal lavoro di Dario Agrimi. In quasi 20 giorni ha prodotto più di 10/11 opere che interagiscono con lo spazio e sono disponibili alla libera fruizione. Ha saturato d’arte l’area dei Bocs con lavori dal forte impatto emotivo e anche provocatorio. Ora queste vivono qui, sul Lungofiume Crati. Opere generose come generoso è Dario, sempre disponibile ad aiutare tutti anche se accettare il suo aiuto non è cosa indolore.
Si, il fiume è davvero l’elemento vitale di questa residenza. Tutto accade lì. Ci si affaccia per una telefonata, per respirare, per una confidenza o per osservare lo scorrere. Ci siamo affacciati anche per un gattino, bloccato sulla riva e che Dario ha salvato. Lo abbiamo chiamato Bocs.
Da il DIARIO di Jasmine Pignatelli arista in residenza per Bocs Art Cosenza | II sessione anno 2016