La giuria della 53. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia ha assegnato, il 6 Giugno, i premi ufficiali di questa ricchissima edizione. Ricordiamo che la giuria era composta dalla direttrice del Corso di Laurea Specialistica in Arti Visive dello IUAV di Venezia, Angela Vettese (Italia), in qualità di Presidente; Jack Bankowsky (USA), critico d’arte ed Editor-at-Large della rivista Artforum; Homi K. Bhabha (India), direttore del Centro Studi Umanistici dell’Università di Harvard; Sarat Maharaj (Sudafrica), professore alla Humboldt University di Berlino e ricercatore alla Jan Van Eyck Akademie di Maastricht e Julia Voss (Germania), scrittrice, giornalista e critico del Frankfurter Allgemeine Zeitung.
I premi più attesi, il Leone d’Oro per la migliore partecipazione nazionale e quello per il migliore artista della mostra Fare Mondi, sono stati attribuiti rispettivamente agli Stati Uniti d’America per il Padiglione Bruce Nauman: Topological Gardens e a Tobias Rehberger, con l’esposizione Was du liebst, bringt dich auch zum Weinen. Il Leone d’Argento per il più promettente giovane artista della Mostra Fare Mondi è andato a Nathalie Djurberg per Experimentet.
Le menzioni speciali sono state assegnate a Lygia Pape, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Ming Wong e Roberto Cuoghi, mentre i Leoni d’Oro alla carriera, già annunciati da tempo, sono andati a due artisti che non hanno certo bisogno di presentazioni: Yoko Ono e John Baldessari.
Il riepilogo dei premi e delle menzioni speciali assegnate si trova al link http://www.labiennale.org/it/arte/esposizione/premi/. Di seguito riportiamo le motivazioni della giuria per i premi assegnati:
Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale
Il Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale è assegnato agli Stati Uniti d’America per l’energia e la precisione dell’arte di Bruce Nauman. Dalle rappresentazioni iconiche della sofferenza umana, fino alle considerazioni sulle nostre fragilità, la sua opera rivela la magia del significato che emerge dalla ripetizione inesorabile di lingua e forma. Topological Gardens crea nuove connessioni tra i Giardini della Biennale e le Università di Venezia.
Leone d’Oro per il miglior artista della Mostra Fare Mondi // Making Worlds
A Tobias Rehberger è stato attribuito il Leone d’Oro per il miglior artista, per averci portato oltre il white cube, reinventando le sorpassate modalità espositive, trasformando l’opera d’arte in una caffetteria. In questo passaggio, la comunicazione diventa pratica estetica.
Leone d’Argento per il più promettente giovane artista della Mostra Fare Mondi // Making Worlds
A Nathalie Djurberg è assegnato il Leone d’Argento per le sue scenografie fiabesche, per le sue fantasie e per la sua “black pedagogy”, tenute tutte insieme in una gamma unica di mezzi espressivi.
Menzione speciale Rifare Mondi
Una Menzione speciale è assegnata all’opera di Lygia Pape (1927 – 2004), artista brasiliana; l’intreccio dei fili dorati si mostra come l’esito di esperienze iniziate nell’ambito del Costruttivismo brasiliano. L’opera si converte da struttura geometrica in un’esperienza nuova in termini di visione, emozionalità e attitudine alla performance.
Menzione speciale Curare Mondi
Una Menzione speciale va al duo Michael Elmgreen & Ingar Dragset per aver reimmaginato il “padiglione nazionale” come universo collaborativo. Riunendo il lavoro di 24 artisti internazionali nei Padiglioni della Danimarca e dei Paesi Nordici, “The Collectors” rappresenta una delirante rete di narrazioni, che interroga il rapporto tra i nostri desideri e i mondi materiali che costruiamo intorno ai desideri stessi.
Menzione speciale Mondi Emergenti
Una Menzione speciale va anche a Ming Wong (Padiglione di Singapore) per aver esaminato la storia delle identità culturali multietniche di Singapore, vista attraverso la morte dell’industria cinematografica del paese un tempo fiorente. Le opere video di Ming Wong utilizzano forme e tecniche innovative per riflettere sul senso di vergogna ed esclusione che accompagna l’imposizione degli stereotipi razziali e sessuali.
Menzione speciale Tradurre Mondi
Roberto Cuoghi, che non a caso colloca la sua opera in un giardino di memoria orientale progettato da Carlo Scarpa, mette in scena la pratica della traduzione attraverso suoni e atmosfere. La specifica performance dell’artista tradisce volutamente la tradizione, mettendo in questione una doppia ossessione modernista: per la copia del mondo altrui, e per il cosiddetto autentico.