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Bianco-Valente: Ogni dove / Latronico

Per due viaggiatori come Giovanna Bianco e Pino Valente ogni luogo ha una valenza profonda, radicata nella vita di ognuno e nei cambiamenti socio-culturali che hanno attraversato quel luogo medesimo. Ma ancora di più, esiste – secondo gli artisti, che riprendono le teorie astronomiche di Ciro Discepolo – una connessione strettissima tra luoghi, persone e congiunture astrali. Comprendere tali legami permette all’uomo di poter plasmare il proprio destino: in virtù di tale convinzione, Bianco-Valente mettono alla prova queste teorie astronomiche e astrologiche, compiendo ogni anno due viaggi (in occasione dei loro compleanni) in località improbabili. Da circa quindici anni, la loro ricerca li porta a raggiungere tutti i luoghi possibili sul globo, ad andare in ogni dove, per cogliere relazioni ed implicazioni tra sfera celeste e sfera terrestre. Bianco-Valente, Ogni dove, 2015, Latronico DSC04252

Pertanto, sembra essere un naturale approdo la recente installazione di Ogni dove, opera di dimensioni ambientali, che da qualche giorno è stata posta – permanentemente – nel Comune di Latronico (Pz), e che è parte integrante di A cielo aperto.

Organizzato dall’Associazione Culturale Vincenzo De Luca (di cui Bianco-Valente sono membri), il progetto vede da ormai dieci anni artisti italiani (come Michele Giangrande, Giuseppe Teofilo, Virginia Zanetti, per citarne alcuni) confrontarsi con lo spazio pubblico del paese potentino. Invitati a vivere il territorio durante un periodo di residenza, gli artisti sono stati chiamati a realizzare un lavoro site specific, successivamente installato in uno spazio di condivisione pubblica.

E quest’anno dopo una serata-evento dedicata alla proiezione del film L’Albero di Trasmissione di Fabrizio Bellomo, la Vincenzo De Luca ha promosso l’installazione di Ogni dove, una riflessione sulle comunità migranti, il cui titolo è ripreso da un componimento musicale del 2013 di Andrea Gabriele, che evoca tracce umane in posti reali o illusori.

Ogni dove – scrivono gli artisti – è un omaggio a Latronico e nasce da una riflessione sul fenomeno dell’emigrazione che nel tempo ha spinto gran parte della comunità ad allontanarsi dal proprio luogo di origine. Vuole anche testimoniare l’universalità di questo flusso inarrestabile che vede molte persone varcare i confini alla ricerca di nuove prospettive di vita.

Una tematica quanto mai attuale, come ci mostrano i recenti eventi di cronaca, che vedono l’Europa (unita!?) nel fronteggiare l’urgenza dei flussi migratori siriani. Duque, ancora una dimostrazione di come l’arte, nella sua “svolta” relazionale, non sia forma vuota o mera speculazione, ma esigenza incarnata di esprimere un punto di vista particolare, parziale, che inciti all’intervento, alla partecipazione.. e non tanto della politica, quanto del pubblico, della popolazione.

Se l’allontanamento dal “proprio luogo” implica lo sradicamento da affetti ed abitudini, innescando una catena di ricordi, che potrebbero indurre a vivere nella mancanza e nell’astrazione – nella memoria del passato -, Ogni dove sembra rimarcare che l’uomo è fatto di relazioni fluide, quelle che si innescano anche quando è condotto altrove dagli eventi. Sono le relazioni, per quanto mutevoli, a far dell’essere ciò che è.

In tal senso, anche quest’ultimo lavoro di ogni doveBianco-Valente si collega alle loro esperienze precedenti, ad una ricerca che si sostanzia dell’esperienza relazionale e si sviluppa attraverso le connessioni di segni e parole, come accade in Tu sei qui.

In entrambi i casi, le opere indicano una locuzione spazio-temporale che porta a visualizzare il tessuto connettivo tra i termini chiamati in causa, ancora una volta tra sfera celeste e sfera terrestre, e al contempo a vivere lo spazio – rinnovato attraverso l’arte – come luogo di transito e di transizione, perfino per chi lo abita stabilmente. Tutti coinvolti in questo fascio di relazioni, caratterizzate da incontri, influenze, assenze, errori, casualità, Bianco-Valente ci ricordano costantemente che la complessità dell’esistenza umana si costituisce – e si arricchisce – di giorno in giorno, attraverso sedimentazioni e spostamenti. 

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