Dopo sei anni Berty Skuber torna a Genova all’UnimediaModern Contemporary Art con la mostra Berty’s Bazaar. É una Wunderkammer che si apre e ci mostra una serie di scatole cinesi. Ogni scatola ha la sua etichetta, preziosa quanto la scatola stessa. Le scatole sono 13 e ognuna contiene rigorosamente 5 oggetti. In questo gioco di numeri, così organizzato e apparentemente maniacale, ecco la stravaganza: un numero 14 – negato – 5 “resti di sedie”, che va a sigillare tutto questo gioco di numerologia.
Una Wunderkammer a varie lunghezze focali, cose viste da vicino, viste da lontano, una raccolta di ricordi, di momenti di attenzione, di cose collezionate. Una Wunderkammer che offre aperture ad altre Wunderkammern, altri labirinti, a un Reservoir con rivoli altrettanto complessi. Una passeggiata nelle strade di Londra, notando di Londra quel che di Londra meno si penserebbe trovare, i suoi ricordi di acqua, gli accessi evidenti, sigle e sigilli, che conducono alle sue acque nascoste. London, a Poem. Acque di Londra, acque veneziane che dilavano anche le sue carte.
Una Wunderkammer che è anche un libro, chiuso e aperto, leggibile e non, limpido e criptico, un libro strutturato come Wunderkammer, una Wunderkammer che è anche una casa, uno studio, il suo tavolo, i suoi tavoli, i suoi scaffali che conservano cimeli e memorie di spiriti affini: un luogo di incontri, di collaborazioni, di presenze altrui, un hortus conclusus.
Nella molteplicità delle cose esposte, Berty Skuber trova lo spazio ideale anche per presentare alcuni momenti in ricordo di Ray Johnson. Fino al 10 aprile 2013